Flavio Claudio Giuliano: differenze tra le versioni

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*Un uomo invidioso e maligno ti par degno di biasimo. E fai cosa pia a chiamar invidioso Iddio? E come può sembrarti ragionevole una così sfacciata menzogna sul conto di Dio? Difatti, se è geloso, vuol dire che suo malgrado vengono tutti gli altri Dei venerati, e suo malgrado tutte le altre genti venerano gli Dei. E come mai non li ha impediti, lui, così geloso, che non vuole si venerino gli altri, ma sè solo? Una delle due, dunque: o non era capace, o, addirittura, non volle neanche vietare il culto degli altri Dei. Ma la prima conseguenza è empia: dire che non poté. La seconda concorda con la pratica della nostra religione. Smettetela quindi con codeste ciance e non traetevi addosso da voi stessi una così grossa infamia. Se infatti Egli non vuole che alcun altro si adori, perché mai adorate quel suo figlio spurio, che Egli non riconobbe nè credette mai suo (e ciò io vi dimostrerò agevolmente), ma che voi, non so come, ad arte gli avete supposto?
 
*A noi i nostri filosofi ordinano di imitare, fin dove è possibile, gli Dei, e questa imitazione fanno consistere nella contemplazione degli enti. Che ciò supponga il distacco e l'assenza delle passioni, è chiaro senza che io lo dica. [...] Quale è invece la strombazzata imitazione di Dio presso gli Ebrei? Rabbia, passione, furore selvaggio.
 
*Dio a noi diede i principii della scienza, ossia l'insegnamento filosofico. E quale! La cognizione dei fenomeni celesti la perfezionarono i Greci, pur servendosi delle prime osservazioni fatte presso i barbari a Babilonia. Lo studio della geometria, nato dalla geodesia in Egitto, prese qui il suo grande sviluppo. L'aritmetica, inventata dai mercanti Fenici, solo presso i Greci giunse al grado di scienza. I Greci stessi, infine, combinarono in una, mediante l'armonia dei numeri, le tre scienze, l'astronomia annettendo alla geometria, poi ad entrambe applicando l'aritmetica e meditando l'armonico vincolo che insieme le unisce. Di qui nacque presso loro la musica, per avere trovato la definizione delle leggi dell'armonia nella corrispondenza perfetta o quasi perfetta del suono con la facoltà di percepire. Debbo dunque citare per persona o per categoria? Uomini come [[Platone]], [[Socrate]], [[Aristide]], [[Cimone]], [[Talete]], [[Licurgo]], [[Agesilao]], [[Archidamo]], o, piuttosto, separatamente, la categoria dei filosofi, quella dei condottieri, quella degli artisti, quella dei legislatori? Si troverà subito che, fra i condottieri, i più crudeli e perversi hanno usato contro gli autori delle più gravi ingiurie maggior clemenza che non Mosè contro chi non aveva alcun torto. E quale regno dovrò citarvi? Quello di [[Perseo]] o di [[Eaco]] o di [[Minosse]] Cretese?
 
*{{NDR|[[Numa Pompilio]]}} Era questo un esempio di virtù, che viveva nei boschi solitarii, e sempre aveva commercio con gli Dei per via delle sante sue meditazioni. A lui si debbono la maggior parte delle leggi che riguardano la religione.
 
*Non so se più si debbano odiare i furbi della vostra setta o più compatire gli ignoranti che, lasciandosi da voi condurre, giunsero a tanta disgrazia da abbandonare gli Dei immortali per il morto della Giudea.
 
*[[Gesù]], che sedusse la parte più infetta di voi, non è nominato che da poco più di trecento anni, e senza che in vita sua abbia fatto alcunché di memorabile, tranne che grandi imprese si considerino l'avere guarito zoppi e ciechi ed esorcizzato indemoniati nei paesucoli di Betsaide e di Betania. Della santità non sapete neanche s'egli abbia fatto il nome. Emulate dei Giudei le collere e la ferocia; rovesciate templi ed altari, trucidate non solo quelli di noi che rimangono fedeli al culto dei padri, ma anche coloro che, pur professando i vostri errori, sono chiamati ''eretici'' perché non piangono il morto nella stessa identica maniera di voi. E tutte queste, anzi, sono innovazioni vostre; perché mai né Gesù né Paolo ve le hanno comandate. La ragione si è che mai essi osarono sperare che doveste arrivare a tanta potenza. Erano già contenti se riuscivano ad ingannare serve e schiavi e, per mezzo di questi, donne ed uomini liberi della levatura.
 
*Mostrami presso gli Ebrei un solo generale come [[Alessandro Magno|Alessandro]], un solo come [[Giulio Cesare|Cesare]]. Non ce n'è. [...] Dove trovare presso gli Ebrei una forma di medicina paragonabile a quella di Ippocrate presso i Greci e di talune altre scuole dopo di lui? Il sapientissimo [[Salomone]] può essere messo vicino ai greci [[Focilide]], [[Teognide]] o [[Isocrate]]? In che cosa? Se confronti le Esortazioni di Isocrate ai Proverbii di quello, ti è facile riconoscere – ne sono certo – che il figlio di Teodoro ha il vantaggio sul re sapientissimo. Ma – si dirà – Salomone era anche esercitato nelle pratiche sacre. Che significa? Non sacrificò forse questo medesimo Salomone anche ai nostri Dei, tratto in inganno – a quanto raccontano – da una donna? Oh, esempio di virtù! Oh, tesoro di sapienza! Non riuscì a trionfare del piacere, e parole di donna lo pervertirono! Ma almeno, se da una donna si lasciò ingannare, non chiamatelo sapiente. O se lo credete sapiente, non dite che fu ingannato da una donna, ma che di testa sua, per meditato proposito e per suggerimento di Dio che gli apparve, ha sacrificato anche agli altri Dei.
 
*{{NDR|Su [[Gesù]]}} Egli non è neanche della discendenza di Giuda. E come potrebb'esserlo chi, secondo voi, non è nato da Giuseppe, ma dallo Spirito santo? E con Giuseppe stesso, per quanto lo facciate risalire alla stirpe di Giuda, non riuscite però a combinar bene neppure questa impostura, perché si tradiscono Matteo e Luca, contraddicendosi nella genealogia l'uno con l'altro.
 
*Se, secondo voi, il Verbo è Dio disceso da Dio e fu prodotto dalla sostanza del Padre, perché chimate voi la vergine madre di Dio? Come poté ella partorire un Dio essendo creatura umana come noi? E, oltre a ciò, se Dio dice espressamente: «Sono io e non è nessun altro salvatore, fuori di me», perché mai avete il coraggio di chiamare salvatore il figlio di lei?
 
*Lasciati da parte molti [...] luoghi nei quali la legge di Mosè è dichiarata eterna [...], a voi toccherà ora di mostrarmi dove sia detto ciò che poi Paolo osò spacciare: che «complemento della legge è Cristo». Dove mai Iddio promise agli Ebrei una seconda legge dopo quella già stabilita? In nessun luogo: neanche una correzione a quella già stabilita. [...] Per voi l'aggiungere o il togliere al dettato della Legge era cosa troppo dappoco: più coraggioso, più magnanimo vi parve trasgredirla completamente, dirigendovi non alla verità, sì alla credulità del volgo.
 
*Che Gesù fosse Dio non osò dirlo né Paolo, né Matteo, né Luca, né Marco. Ma solo l'ineffabile [[Giovanni apostolo ed evangelista|Giovanni]], quando vide che già molta gente in molte città di Grecia e d'Italia era presa da questo contagio, e udì (credo io) che perfino le tombe di Pietro e di Paolo, sebbene di nascosto, pure erano già adorate, osò dirlo per primo.
 
===Attribuite===