Yahweh: differenze tra le versioni

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==Citazioni su Yahweh==
*La santità di Jahvé consiste più che altro nella visibile sua potenza e maestà, per la quale, attorniato di tempesta e di fulmini, ei signoreggia gli esseri e distrugge tutto ciò che in natura gli è contrario o nemico. Di tal guisa Jahvé, terribile e invincibile guerriero, dalle Alpi del Sinai, dove scoppiano i suoi tremendi uragani, e dov'egli già fu solito di abitare antichissimamente, ha condotto pei deserti di Seir e di Pharan il suo popolo d'Israele alla conquista del felice paese che il Giordano impetuoso divide e feconda. Potenze celesti invisibili e incomprensibili son l'esercito di Dio, ma l'armata visibile di Jahvé si forma delle stesse tribù israelitiche, le quali, inspirate da un tanto Duce, si slanciano per le valli palestinesi a porvi tutto quanto a ferro e fuoco, distruggerne l'odiata gente Cananea, e ridurre gli scampati all'eccidio suoi schiavi perpetui. Così aspirano i Figli di Israele a stabilirsi per sempre in quella terra della Palestina sua, dove splendidi fiori germogliano, soavissimi frutti maturano, e i fiumi corrono di latte e di miele. ([[Salvatore Minocchi]])
*La tradizione biblica è concorde nel riconoscere il carattere del dio Jahvé, come di un dio meteorico, abitante fra le nubi della tempesta, tratte via da un vento possente. Il tuono è la sua voce, ed arma il fulmine. Jahvé nel panteon semitico è un tipo fra il Marte e il Giove della mitologia greco-latina; se, col fulmine in mano, egli è contro i nemici un vero dio di guerra e della morte, egli è un dio invece di bontà e di benessere per il suo popolo. La sua nube, portata da leggiero zeffiro, tempera allora sul nomade gli ardenti meriggi del deserto, e sui prati, le vigne, i giardini de' suoi fedeli sciogliesi in pioggia feconda. «Chày Jahvéh», ''Viva Jahvé''; ecco il grido di guerra con cui Mosè dovette agitare i connazionali verso la ribellione e la libertà, come due mil'anni dopo, Maometto suscitava l'incendio degli Arabi nel nome di Allah. ([[Salvatore Minocchi]])
*Per quale ragione prestare fede questa pretensione degli Ebrei di essere prescelti e protetti da un Dio che essi chiamano ''El-Shaddai'' o ''Elohim'' o ''Jahveh'', anziché agli Egiziani che si dicevano protetti o da Ra, o da Osiride, o da Horo; o agli Indiani, che invocavano [[Indra]], o [[Brama]] o [[Visnù|Visnu]]; o ai Persi, che credevano in [[Ahura Mazdā|Ahuramazda]]; o agli Assiri e Babilonesi, che sappiamo attribuivano le loro vittorie o ad Assur, o a Bel, o a [[Marduk]] o a Nebo; o ai Greci, che credevano essere più degli altri favoriti da [[Zeus]]; o finalmente ai Romani che dicevansi figli di [[Marte (divinità)|Marte]]? Oh! si risponde, questi erano Dei vani, erano idoli, anzi non erano nulla, e il Jahveh o l'Elohim degli Ebrei, è il Dio eterno che ha creato il cielo e la terra. Ma è questa appunto un'asserzione che ha bisogno di prova. ([[David Castelli]])