Tommaso d'Aquino: differenze tra le versioni
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=== Omicidio, caccia e pena di morte ===
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* L'omicidio è peccato perché con esso un uomo viene privato della vita. Ma la vita è comune a tutte le piante e a tutti gli animali. Quindi per lo stesso motivo è peccato sopprimere gli animali e le piante. (ST ''II-II'', q. 64, a. 1)
* Come dunque nella generazione dell'uomo abbiamo prima il vivente, poi l'animale e finalmente l'uomo, così gli esseri che sono solo viventi, ossia le piante, sono fatte ordinariamente per gli animali, e gli animali sono fatti per l'uomo, [...] come il [[Aristotele|Filosofo]] stesso dimostra [Polit. 1, 3]. È lecito sopprimere le piante a uso degli animali, e gli animali a uso dell'uomo in forza dell'[[ordine]] stesso stabilito da Dio [Gen 1, 29 s.]: «Ecco che io ho dato come cibo a voi e a tutti gli animali ogni erba e ogni albero da frutto». E altrove [Gen 9, 3] si legge: «Quanto si muove e ha vita vi servirà di cibo». Analisi delle obiezioni: 1. Secondo l'ordine stabilito da Dio, la vita degli animali e delle piante non viene conservata per se stessa, ma per l'uomo.
* Chi uccide il bue di un altro non pecca perché uccide un bue, ma perché danneggia un uomo nei suoi averi. Per cui questo fatto non è elencato tra i peccati di omicidio, ma tra quelli di [[furto]] o di rapina.
* È lecito uccidere gli animali bruti in quanto essi sono ordinati per natura all'utilità dell'uomo, come le cose imperfette sono ordinate a quelle perfette. Ora, qualsiasi parte è ordinata al tutto come l'imperfetto al perfetto. E così la parte è per natura subordinata al tutto.
* Qualora lo esiga la salute di tutto il corpo, si ricorre lodevolmente e salutarmente al taglio di un membro putrido e cancrenoso. Ora, ciascun individuo sta a tutta la comunità come una parte sta al tutto.<ref>{{NDR|[[proporzioni|Proporzione]]}}</ref> Quindi se un uomo con i suoi peccati è pericoloso e disgregativo per la collettività, è cosa lodevole e salutare sopprimerlo, per la conservazione del bene comune; infatti, come dice S. Paolo [1 Cor 5, 6], «un po‘ di lievito fa fermentare tutta la pasta». (ST ''II-II'', q. 64, a. 2)
* Il Signore comanda di tollerare l'esistenza dei malvagi, rinviandone il castigo all'[[Giudizio universale|ultimo giudizio]], piuttosto che uccidere con essi anche i buoni. - Quando invece la loro uccisione non costituisce un pericolo, ma è piuttosto una difesa e uno scampo per i buoni, allora è lecito uccidere i malvagi.
* Col peccato l'uomo abbandona l'ordine della ragione: egli perciò decade dalla dignità umana, che consiste nell'essere liberi e nell'esistere per se stessi, finendo in qualche modo nell'asservimento delle bestie, che implica la subordinazione all'altrui vantaggio.
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