Guy de Maupassant: differenze tra le versioni

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==''La vita errante''==
===[[Incipit]]===
Ho lasciato Parigi, anzi la Francia, perché la [[Torre Eiffel]] cominciava a darmi troppo sui nervi.<brref name=F&L>Citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993.</ref>
{{NDR|citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993}}
 
===Citazioni===
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*L'amore tra uomo e donna è un patto volontario nel quale chi manca è colpevole soltanto di perfidia; ma, quando la donna diventa madre, il suo dovere è molto maggiore, perché la natura le assegna una razza. Se viene meno allora, è vile, indegna, infame. ([[s:Pierre e Jean/V|V]])
*{{NDR|Louise Roland}} Com'è miserabile e ingannatrice, la vita!... Non c'è nulla che duri... ([[s:Pierre e Jean/VII|VII]])
 
===[[Explicit]]===
E, poiché stavano per lasciare la banchina e prendere il boulevard François I, la moglie si girò ancora per lanciare un ultimo sguardo verso il mare aperto. Ma non vide che un filo di fumo grigio, così lontano, così leggero, che sembrava foschia.
 
{{NDR|Traduzione di Giacomo di Belsito}}
 
==''Racconti fantastici''==
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===Citazioni===
*E poiché aveva finito d'attendere non c'era più nulla da fare, né oggi, né domani, né mai. Tutto ciò le dava una vaga delusione. È così che crollano i sogni. (ppp. 74-75)
*Non c'è niente di peggio, quando s'è [[Vecchiaia|vecchi]], che rimettere il naso nella propria giovinezza. (p. 137)
*Il curato si avvicinò a Giovanna, le prese le mani, cercò di farle animo versando in quel povero cuore l'onda untuosa dei conforti chiesastici, parlò della morta, la celebrò in termini sacerdotali, mostrandosi triste di quella falsa tristezza dei preti per i quali un cadavere rappresenta pur sempre un beneficio [...]. (p. 140)
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*{{NDR|Riferendosi alla [[Venere Landolina]]}} La Venere di [[Siracusa]] è una donna, ed è anche il simbolo della carne. [...] La Venere di Siracusa è la perfetta espressione della bellezza possente, sana e semplice. Questo busto stupendo, di marmo di [[Paros]], è – dicono – La [[Venere Callipigia]] descritta da [[Ateneo di Naucrati|Ateneo]] e Lampridio, data da [[Eliogabalo]] ai siracusani.<br />Non ha testa! E che importa? Il simbolo non è diventato più completo. È un corpo di donna che esprime tutta l'autentica poesia della carezza.<br />[[Arthur Schopenhauer|Schopenhauer]] scrisse che la natura, volendo perpetuare la specie, ha fatto della riproduzione una trappola.<br />La forma di marmo, vista a Siracusa, è proprio l'umana trappola intuita dall'artista antico, la donna che nasconde rivela l'incredibile mistero della vita.<br />È una trappola? Che importa! Essa chiama la bocca, attira la mano, offre ai baci la tangibile realtà della carne stupenda, della carne soffice bianca, tonda e soda e deliziosa da stringere.<br />È divina, non perché esprima un pensiero, bensì semplicemente perché è bella. (pp. 127-133)
*[...] quindi salgo subito in barca per andare a salutare, dovere di scrittore, i papiri dell'[[Fiume Anapo|Anapo]].<br />Si attraversa il golfo da una riva all'altra si scorge, sulla sponda piatta è spoglia, la foce di un piccolissimo fiume, quasi un ruscello, in cui si inoltra il battello.,<br />La corrente impetuosa è difficile da risalire. A volte si rema, volte ci si serve della gaffa fa per scivolare sull'acqua che scorre veloce tra due rive coperte di fiori gialli, minuscoli e splendenti, due rive d'oro.,<br />Vediamo canne sgualcite dal nostro passaggio che si impegnano essi rialzano, poi, con gli steli nell'acqua, degli iris blu, di un blu intenso, sui quali volteggiano innumerevoli libellule dalle ali di vetro, madreperlacee frementi, grandi come uccelli-mosca. Adesso, sulle due scarpate che ci imprigionano, crescono cardi giganteschi con voli voli smisurati, che allacciano le piante terrestri con le camere ruscello.,<br />Sotto di noi, in fondo all'acqua, di una foresta di grandi erbe ondeggianti che si muovono, galleggiano, sembrano notare nella corrente che le agita. Poi il Anapo si separa dall'antico [[Ciane]], suo affluente. Procediamo tra le righe, aiutandoci sempre con una pertica. Il ruscello serpeggia con graziosi panorami, prospettive fiorite carine. Un'isola appare infine, piena di strani arbusti. Gli steli fragili e triangolari, alti da nove a dodici piedi, portano in cima ciuffi tondi di filamenti verdi, lunghi, essi e soffici come capelli. Sembrano teste umane divenute piante, gettate nell'acqua sacra della sorgente da uno degli dei pagani che vivevano lì una volta. È il papiro antico.,<br />I contadini, d'altronde, chiamano questa canna: parrucca.,<br />Eccone altri più lontano, un intero bosco. Fremono, mormorano, si chinano, mescolano le loro fronti pelose, le urtano, paiono parlare di cose ignote lontane.,<br />Non è forse strano che l'arbusto venerabile, che ci portò il pensiero dei morti, che fu gusto del genio umano, abbia, sul corpo infimo di arboscello, una grossa criniera folta e fluttuante, simile a quella dei poeti? (p. 135)
 
*La [[Sicilia]] è il [[paese]] delle arance, del suolo fiorito la cui aria, in [[primavera]], è tutto un profumo... Ma quel che ne fa una [[terra]] necessaria a vedersi e unica al [[mondo]], è il fatto che da un'estremità all'altra, essa si può definire uno strano e divino museo di architettura.
 
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===''In famiglia''===
Il tramway a vapore proveniente da Neuilly, passata la Porta Maillot, sferragliava per il lungo viale che conduce alla Senna. La piccola macchina col suo vagone a rimorchio fischiava per allontanare ogni ostacolo, sputava fumo, ansimava come una persona che corre.<br>{{NDR|citato in [[Frutteroref name=F& Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993}}L/>
 
===''L'eredità''===
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===''La casa Tellier''===
Ci si andava ogni sera, verso le undici, come si va al caffè: in tutta semplicità.<br>{{NDR|citato in [[Frutteroref name=F& Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993}}L/>
 
===''Le Horla''===
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===''Palla di sego''===
Resti dell'esercito in rotta passavano da più giorni per la città. Non erano più truppe ma orde di sbandati, ormai. Sporchi e con la barba lunga, le uniformi lacere, andavano stracchi e senza bandiera, senza reggimento.<brref>Da ''Le serate di Médan'', citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993.</ref>
{{NDR|da ''Le serate di Médan'', citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993}}
 
==Citazioni su Guy de Maupassant==