Silvio D'Amico: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
immagine
altra su Boutet
Riga 2:
'''Silvio D'Amico''' (1887 – 1955), critico teatrale e teorico teatrale italiano.
 
*[[Eduardo Boutet|Boutet]] arrivò a' suoi cinquantanove anni, attraverso le delusioni più sfibranti che uomo fidente in un'idea abbia mai sopportato, con le convinzioni de' suoi diciotto, e con la serietà e la preoccupazione del suo apostolato, immutabili. «Fede, mistero, religioso, santo, sacro», sono appunto le parole che s'incontrano più frequenti ne' suoi scritti. Poteva accadere che scherzasse, forse nello stesso numero del giornale in cui Boutet scriveva, l'autore dell'articolo dove si trattava di politica, di pace, di guerra, o che so io: ma non scherzava lui, Boutet. Perché potevano essere mestieranti gli altri: lui si sentiva sacerdote. (da ''Maschere'', A. Mondadori, Roma, 1921, p. 30)
*Questo senso «religioso» del teatro fu la personale, essenziale caratteristica di [[Eduardo Boutet]]; che distingue nettamente, senza possibilità di confusione, la fisionomia di lui da quella di tutti gli altri critici nostri. (da ''Maschere'', A. Mondadori, Roma, 1921, p. 30)
 
*Questo senso «religioso» del teatro fu la personale, essenziale caratteristica di [[Eduardo Boutet]]; che distingue nettamente, senza possibilità di confusione, la fisionomia di lui da quella di tutti gli altri critici nostri. (da ''Maschere'', A. Mondadori, Roma, 1921, p. 30)
 
*{{NDR|[[Luigi Pirandello]]}} Rinnega addirittura i 'penso, quindi sono' di [[Cartesio]]: per lui neanche pensare significa essere. Qui sarebbe lecito chiedersi: ciò non finisce col distruggere l'essenza della grande poesia tragica, la nobiltà del dolore? Ma appunto qui vuole essere l'originalità del Pirandello drammaturgo; appunto da questa impossibilità di una tragedia egli trae la più disparata delle tragedie, la sua. (citato in ''Il teatro di Luigi Pirandello'', VII ristampa, Oscar Mondadori, gennaio 1976, introduzione, p. XXIII)