Edgar Allan Poe: differenze tra le versioni

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*I [[giornalisti]] mi sembrano costituiti come gli Dei del Valhalla, che si facevano in pezzi ogni giorno, e che tutte le mattine si alzavano in perfetta salute.<ref>Da ''Marginalia'' (ma vedasi la nota successiva), in Federico Garrone, Ernesto Ragazzoni, ''Edgar Allan Pöe'', Roux Frassati, Torino, 1896, [https://books.google.it/books?id=g0Y7AAAAYAAJ&pg=PA223#v=onepage&q&f=false p. 223].</ref>
:''Newspaper editors seem to have constitutions closely similar to those of the Deities in "Walhalla", who cut each other to pieces every day, and yet get up perfectly sound and fresh every morning.''<ref>Da 1849, [https://books.google.it/books?id=an1KAAAAYAAJ&pg=599#v=onepage&q&f=false p. 599], dove però non figura in ''Marginalia'', bensì in ''Fifty suggestions''.</ref>
*"L'[[ignoranza]] ''è'' una benedizione" — ma, acchéperché la benedizione sia reale, l'ignoranza dev'essere così profonda da non sospettarsi ignorante.
:''"Ignorance ''is'' bliss" — but, that the bliss be real, the ignorance must be so profound as not to suspect itself ignorant.''<ref>Da ''Fifty suggestions''; in 1849, [https://books.google.it/books?id=an1KAAAAYAAJ&pg=605#v=onepage&q&f=false p. 605].</ref>
*[...] non provo orrore del [[pericolo]] che per la sua conseguenza sicura: il terrore.<ref>Da ''La rovina della casa degli Usher'', traduzione di Elio Vittorini; in 2018.</ref>
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:[...] ''the light by which we recognize the nebulæ now, must be merely that which left their surfaces a vast number of years ago ''[...]'' the phantoms of processes completed long in the Past'' [...].
*Non esiste un essere pensante che, ad un certo punto luminoso della sua vita di pensiero, non si sia sentito perduto fra quel caos di futili tentativi per comprendere o credere che vi esiste qualche cosa ''più grande della sua propria anima''. La più profonda impossibilità di un'anima a sentirsi inferiore di un'altra; l'intensa e opprimente insoddisfazione e ribellione del pensiero; — queste non sono, colle onnipotenti aspirazioni alla perfezione, queste non sono che le lotte spirituali, che coincidono colle lotte materiali verso l'Unità originale — sono, almeno per la mia mente, una specie di prova che sorpassa di molto ciò che l'Uomo chiama la dimostrazione che nessuna anima ''è'' inferiore ad un'altra — che non vi è, e non vi può essere, niente di superiore ad un'anima qualunque — che ogni anima è, in parte, il proprio Dio — il proprio Creatore: — in una parola, che Dio — il Dio materiale ''e'' spirituale — non esiste ''ora'' che nella Materia e nello Spirito diffusi nell'Universo; e che la concentrazione di questa Materia e di questo Spirito diffusi non saranno che la ricostituzione del Dio ''puramente'' Spirituale ed Individuale. (1904, p. 100)
 
===''Filosofia dell'arredamento''===
===[[Incipit]]===
Nella decorazione degli interni, se non nell'architettura esterna delle case, gli inglesi sono insuperabili. Gli italiani non capiscono granché appena si va al di là dei marmi e dei colori. In Francia ''meliora probant, deteriora sequuntur''. Sono troppo una genìa di bighelloni per attenersi a quelle convenienze domestiche per cui manifestano, invece, un gusto raffinato, o almeno le basi di una comprensione corretta. I cinesi, e la maggior parte dei popoli orientali, hanno una fantasia accesa, ma fuori luogo. Gli scozzesi sono arredatori da quattro soldi. Gli olandesi hanno forse un vago sentore del fatto che una tenda non è un cavolo. In Spagna non ci sono che tende: sono un popolo di impiccatori. I russi aboliscono i mobili. Gli ottentotti e i kickapoo sono perfettamente a posto, a modo loro. Soltanto gli americani sono assurdi.
 
{{NDR|Edgar Allan Poe, ''Filosofia dell'arredamento'', in ''Filosofia della composizione e altri saggi'', traduzione di Ludovica Koch e Elisabetta Mazzarotto, Guida, Napoli, 1986. ISBN 88-7042-721-8}}
 
===Citazioni===
*Parliamo dell'armonia di una [[stanza]] come parleremmo dell'armonia di un quadro: perché sia il quadro che la stanza possono venire ricondotti agli stessi principi incrollabili che regolano ogni forma d'arte. (1986)
*Il [[tappeto]] è l'anima dell'appartamento [...]. (1986)
*Ma abbiamo visto appartamenti di proprietà di americani con mezzi modesti che, se non altro per meriti negativi, potrebbero competere con qualsiasi salotto in bronzo dorato dei nostri amici oltreoceano. Perfino in questo momento ci si presenta agli occhi della mente una stanza piccola e senza ostentazione, dall'arredamento impeccabile. Il proprietario se ne sta su un divano addormentato, l'aria è fresca, l'ora si avvicina a mezzanotte. Mentre lui dorme noi tracceremo un abbozzo della sua stanza.<br>È una stanza oblunga, lunga circa dieci metri e larga otto: una forma che di solito offre le possibilità migliori per la disposizione dei mobili. Ha soltanto una porta, tutt'altro che grande, su una delle due estremità del parallelogrammo, e soltanto due finestre sull'altra. (1986)
 
==''I delitti della Rue Morgue''==
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Coloro che sognano di giorno sono consapevoli di molte cose che sfuggono a coloro che sognano solo di notte.<br>
{{NDR|E.A. Poe, ''Eleonora'', traduzione di Daniela Palladini in "Tutti i racconti del mistero, dell'incubo e del terrore", Newton Compton, 2010}}
 
===''Filosofia dell'arredamento''===
Nella decorazione degli interni, se non nell'architettura esterna delle case, gli inglesi sono insuperabili. Gli italiani non capiscono granché appena si va al di là dei marmi e dei colori. In Francia ''meliora probant, deteriora sequuntur''. Sono troppo una genìa di bighelloni per attenersi a quelle convenienze domestiche per cui manifestano, invece, un gusto raffinato, o almeno le basi di una comprensione corretta. I cinesi, e la maggior parte dei popoli orientali, hanno una fantasia accesa, ma fuori luogo. Gli scozzesi sono arredatori da quattro soldi. Gli olandesi hanno forse un vago sentore del fatto che una tenda non è un cavolo. In Spagna non ci sono che tende: sono un popolo di impiccatori. I russi aboliscono i mobili. Gli ottentotti e i kickapoo sono perfettamente a posto, a modo loro. Soltanto gli americani sono assurdi.
 
{{NDR|Edgar Allan Poe, ''Filosofia dell'arredamento'', in ''Filosofia della composizione e altri saggi'', traduzione di Ludovica Koch e Elisabetta Mazzarotto, Guida, Napoli, 1986. ISBN 88-7042-721-8}}
 
===''Gli occhiali''===