Filologia: differenze tra le versioni

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*È proprio della consapevolezza filologica, di aver parte in fenomeni che la trascendono. ([[Karl Reinhardt (filologo)|Karl Reinhardt]])
*Filologia, infatti, è quella onorevole arte che esige dal suo cultore soprattutto una cosa, trarsi da parte, lasciarsi tempo, divenire silenzioso, divenire lento, essendo un'arte e una perizia di orafi della ''parola'', che deve compiere un finissimo attento lavoro e non raggiunge nulla se non lo raggiunge ''lento''. ([[Friedrich Nietzsche]])
*Il tuo concetto mitologico della filologia, figlia (heu! heu!) della filosofia, e perciò sottratta a ogni controllo e giurisdizione, non si appoggia neppure vagamente a nessun argomento. Se devo parlare anch'io per metafore, dirò che la filologia è un aborto della dea filosofia che la generò assieme a un idiota o a un cretino. Peccato che [[Platone]] non abbia già escogitato questo mito; a lui crederesti, più che a me, e con ragione. ([[Friedrich Nietzsche]])
*La dissertazione stabilisce fatti storici, ma questo è solo un mezzo in vista del fine. L'arte di questa filologia depura le opere scritte; è certo qualche cosa di grande, un presupposto indispensabile, ma per questo esse non diventano ancora vive. Perché diventino vive nel senso voluto dagli autori, la ricerca storica deve evocare per la nostra fantasia la vita intera del loro ambiente. ([[Ulrich von Wilamowitz-Moellendorff]])
*La filologia è come la seppia. Essa, in un travaglio oramai secolare, ha accumulato un prodigioso tesoro di parole tecniche, di segni convenzionali, formule, abbreviazioni, sigle, riferimenti, ed anche peculiari stranissimi atteggiamenti di pensiero: tutto un gergo ostico ed incomprensibile ai profani. Provate a toccarla con la punta d'un dito, ed essa schizza intorno a sé nero e nero, senza parsimonia. Nessuno ci capisce piú nulla; e appena i filologi si mettono a discutere, i non filologi scappano. ([[Ettore Romagnoli]])