Luigi Meneghello: differenze tra le versioni

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*«Vedi?» disse il Castagna. «Quando va su un governo, noialtri dobbiamo lavorare.»<br />«Anche se fossero fascisti?» dissi.<br />«Eh no, per la madonna» disse lui. «I fascisti non sono mica un governo.»<br />«Già» dissi io. «I fascisti sono...» Cercavo una formula salveminiana<br />«Rotti in culo» disse il Castagna. (cap. 6)
*Poi la luna fa un lungo salto a pesce nel cielo, la sua luce color mandarino si decanta; sono in piedi e sto in piedi, cammino sulla strada tra le case di Frizzón, batto alla prima porta, la casa dell’alpino che è in Russia, dove so che c’è sua madre, chiamo. Ma questa donna aveva paura e non volle aprire. «Non conosco nessuno» gridò dalla camera di sopra. Avevano avuto tre rastrellamenti negli ultimi giorni a Frizzón e questo riserbo era naturale, ma allora non lo sapevo, e mi arrabbiai. «Speriamo che a suo figlio gli aprano, in Russia» le gridai, e poi mi pentii. […]<br />«In questa casa non c’è nessuno. Sono tutti morti.»<br />«Aprimi almeno tu!»<br />«Sono morta anch’io.»<br />«Morta? e allora che cosa fai costì alla finestra?»<br />«Aspetto la bara che venga a portarmi via.» (cap. 7)
*Ci dicemmo arrivederci, col Suster, ma non ci si è più rivisti; perché lui in settembre morì impiccato a Bassano, e se restavo con loro, chissà se questa fine la facevo anch’io. Ogni volta che passo sul viale degli impiccati, a Bassano, ho la sensazione di sapere qual era il mio albero. (cap. 8)
 
==''Le Carte''==