Edgar Allan Poe: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Edgar Allan Poe==
*Dalle mani delle talpe di una volta l'investigazione scientifica è finalmente passata in quelle dei veri, dei soli veri pensatori, degli uomini di ardente immaginazione.<ref>Da ''Mellonta tauta'', traduzione di [[Elio Vittorini]], in Edgar Allan Poe, ''[https://books.google.it/books?id=MzRTDwAAQBAJ Obscura. Tutti i racconti]'', a cura di Giuseppe Lippi, Mondadori, 2018. ISBN 8852086706.</ref>
*Disse il Corvo: "Mai più". (da ''Il Corvo'', in ''Il Corvo e altre poesie'', traduzione di Raul Montanari, Feltrinelli, 2009, [http://books.google.it/books?id=ISw0s9rS0iEC&pg=PA69 p. 69])
*[...] è veramente da porre in dubbio che l'intelligenza umana possa creare un enigma di questa specie {{NDR|[[crittografia|testo cifrato]]}} che poi l'ingegno umano con l'applicazione necessaria non riesca a spiegare.<ref>Da ''[https://www.liberliber.it/mediateca/libri/p/poe/lo_scarabeo_d_oro/pdf/poe_lo_scarabeo_d_oro.pdf Lo scarabeo d'oro]'', traduzione di Delfino Cinelli, in Edgar Allan Poe, ''Lo scarabeo d'oro e altri racconti'', Mondadori, Milano, 1984.</ref>
*Essere sepolti vivi è senza dubbio, il più terribile tra gli orrori estremi che siano mai toccati in sorte ai semplici mortali. Che sia avvenuto spesso, spessissimo, nessun essere pensante vorrà negarlo. I limiti che dividono la [[vita e morte|Vita dalla Morte]] sono, nella migliore delle ipotesi, vaghi e confusi. Chi può dire dove finisca l'una e cominci l'altra? (da ''La sepoltura prematura'')
*[...] è veramente da porre in dubbio che l'intelligenza umana possa creare un enigma di questa specie {{NDR|[[crittografia|testo cifrato]]}} che poi l'ingegno umano con l'applicazione necessaria non riesca a spiegare.<ref>Da ''[https://www.liberliber.it/mediateca/libri/p/poe/lo_scarabeo_d_oro/pdf/poe_lo_scarabeo_d_oro.pdf Lo scarabeo d'oro]'', traduzione di Delfino Cinelli, in Edgar Allan Poe, ''Lo scarabeo d'oro e altri racconti'', Mondadori, Milano, 1984.</ref>
*I [[giornalisti]] mi sembrano costituiti come gli Dei del Valhalla, che si facevano in pezzi ogni giorno, e che tutte le mattine si alzavano in perfetta salute.<ref>Da ''Marginalia'' (ma vedasi la nota successiva), in Federico Garrone, Ernesto Ragazzoni, ''Edgar Allan Pöe'', Roux Frassati, Torino, 1896, [https://books.google.it/books?id=g0Y7AAAAYAAJ&pg=PA223#v=onepage&q&f=false p. 223].</ref>
:''Newspaper editors seem to have constitutions closely similar to those of the Deities in "Walhalla", who cut each other to pieces every day, and yet get up perfectly sound and fresh every morning.''<ref>Da ''The works of Edgar Allan Poe'', cit., [https://books.google.it/books?id=an1KAAAAYAAJ&pg=599#v=onepage&q&f=false p. 599], dove però non figura in ''Marginalia'', bensì in ''Fifty suggestions''.</ref>
*"L'[[ignoranza]] ''è'' una benedizione" — ma, acché la benedizione sia reale, l'ignoranza deve essere così profonda da non sospettare neppure sé stessa ignorante.
*Dalle mani delle talpe di una volta l'investigazione scientifica è finalmente passata in quelle dei veri, dei soli veri pensatori, degli uomini di ardente immaginazione.<ref>Da ''Mellonta tauta'', traduzione di [[Elio Vittorini]], in Edgar Allan Poe, ''[https://books.google.it/books?id=MzRTDwAAQBAJ Obscura. Tutti i racconti]'', a cura di Giuseppe Lippi, Mondadori, 2018. ISBN 8852086706.</ref>
:''"Ignorance ''is'' bliss" — but, that the bliss be real, the ignorance must be so profound as not to suspect itself ignorant.'' (1849, [https://books.google.it/books?id=an1KAAAAYAAJ&pg=605#v=onepage&q&f=false p. 605])
*Tutto ciò che vediamo o sembriamo non è altro che un [[sogno]] in un sogno. (da ''A Dream within a Dream'')
 
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==''Un capitolo sugli spunti''==
*Ci sono [...] scrittori che mostrano deficienze assolute di capacità costruttive e che quindi, nonostante la più fertile delle invenzioni, naufragano miseramente nella trama. A questa categoria appartiene [[Dickens]]. (1986)
*"L'[[ignoranza]] ''è'' una benedizione" — ma, acché la benedizione sia reale, l'ignoranza deve essere così profonda da non sospettare neppure sé stessa ignorante.
:''"Ignorance ''is'' bliss" — but, that the bliss be real, the ignorance must be so profound as not to suspect itself ignorant.'' (1849, [https://books.google.it/books?id=an1KAAAAYAAJ&pg=605#v=onepage&q&f=false p. 605])
*Nella vita di ognuno capita almeno una volta che lo spirito sembri abbandonare brevemente il corpo e, sollevandosi al di sopra delle faccende mortali quanto basta per uno sguardo ''d'insieme'' che abbracci tutto, faccia una valutazione della propria umanità, con la massima accuratezza possibile a quel dato spirito. E qui l'anima si separa dalla propria idiosincrasia, dall'individualità; e riflette sulla sua esistenza non come una sua proprietà esclusiva, ma come parte dell'Ente universale. Le decisioni valide e importanti a cui poi ci atteniamo, ogni rigenerazione sensazionale di un carattere sono effetti di queste ''crisi'' esistenziali. È quindi la ''coscienza di noi stessi'' a degradarci e a mantenerci nella degradazione. (1986)
*Pochi pensatori non si sorprenderebbero a scoprire, mentre ripercorrono a ritroso il loro universo mentale, quanto spesso le prime impressioni, quelle intuitive, si siano dimostrate vere. Ad esempio una poesia ci affascina da bambini. Adolescenti, ci troviamo dentro una quantità di errori. Nella prima età adulta la disprezziamo e la condanniamo radicalmente, e soltanto quando la maturità ha accordato i nostri sentimenti, allargato le nostre conoscenze e perfezionato la nostra intelligenza ritorniamo al nostro modo di sentire originario e all'ammirazione primitiva; con l'aggiunta del piacere che dà sempre il sapere ''come'' mai ne eravamo allora contenti, e ''perché'' l'ammiriamo ancora. (1986)