Henrik Ibsen: differenze tra le versioni

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*Dopo Sofocle, è l'artista che più m'è penetrato e m'ha assorbito. ([[Carlo Michelstaedter]])
*Ibsen è l’unico scrittore che guarda il borghese in faccia e gli domanda: allora, che cosa hai portato al mondo? ([[Franco Moretti]])
*Quando si pensa all'intera opera drammatica del grande Norvegese, dalla prima commedia moderna, ''La commedia dell'amore'' (1862) all'ultimo dramma ''Quando noi morti ci destiamo'' (1900) si ha come un senso di sgomento: par di trovarsi dinanzi a una catena di montagne, le cui cime si perdano nell'alto, nel cielo fumigante di nubi. Lo spettacolo è terribile, ma suggestivo: ci fa tremare, ma c'inchioda lì, perché ammiriamo, senza stancarci mai, estatici... Veramente, prima ancora che l'analisi e lo studio profondo ce ne persuadano, noi sentiamo, dinanzi all'opera ibseniana, la presenza di un dio: lo spirito universale del genio. ([[Luigi Tonelli]])
*Sostenitore di una morale individualista. (Seguendo Ibsen, molte mogli dicono al marito, «la tua verità non è la mia», e seguono altra via!). ([[Alfredo Panzini]])
*Sul serio, ''Peer Gynt'' è magnifico, Ibsen: soltanto un novergese può capire com'esso è bello. ([[Bjørnstjerne Bjørnson]])