Edgar Allan Poe: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
+"Un capitolo sugli spunti"
Riga 220:
===Citazioni===
*E allora parlammo della grande bellezza e importanza della [[Democrazia]] e ci demmo un gran da fare per comunicare al Conte un giusto sentimento dei vantaggi di cui godevamo vivendo in un luogo dove imperava il suffragio ''ad libitum'', e non c'era re.<br />Il Conte ascoltò con palese interesse, e in verità sembrava non poco divertito. Quando avemmo finito, disse che, molto tempo prima, era accaduto qualcosa del genere. Tredici province egizie decisero di colpo di essere libere, proponendo in tal modo un magnifico esempio al resto dell'umanità. Riunirono i loro saggi, e apparecchiarono la costituzione più ingeniosa che fosse possibile concepire. Per qualche tempo se la cavarono non troppo male; soltanto, avevano preso l'abitudine di darsi delle arie in modo da non credersi. Alla fine, tuttavia, quei tredici stati, più altri quindici o venti, finirono in preda del più odioso, del più intollerabile dispotismo di cui mai si sia sentito parlare sulla faccia della Terra.<br />Chiesi quale mai fosse il nome del tiranno usurpatore. Per quel che il Conte riusciva a ricordare, il suo nome era ''Plebaglia''. (1983)
 
==''Un capitolo sugli spunti''==
*Ci sono [...] scrittori che mostrano deficienze assolute di capacità costruttive e che quindi, nonostante la più fertile delle invenzioni, naufragano miseramente nella trama. A questa categoria appartiene [[Dickens]]. (1986)
*Nella vita di ognuno capita almeno una volta che lo spirito sembri abbandonare brevemente il corpo e, sollevandosi al di sopra delle faccende mortali quanto basta per uno sguardo ''d'insieme'' che abbracci tutto, faccia una valutazione della propria umanità, con la massima accuratezza possibile a quel dato spirito. E qui l'anima si separa dalla propria idiosincrasia, dall'individualità; e riflette sulla sua esistenza non come una sua proprietà esclusiva, ma come parte dell'Ente universale. Le decisioni valide e importanti a cui poi ci atteniamo, ogni rigenerazione sensazionale di un carattere sono effetti di queste ''crisi'' esistenziali. È quindi la ''coscienza di noi stessi'' a degradarci e a mantenerci nella degradazione. (1986)
*Pochi pensatori non si sorprenderebbero a scoprire, mentre ripercorrono a ritroso il loro universo mentale, quanto spesso le prime impressioni, quelle intuitive, si siano dimostrate vere. Ad esempio una poesia ci affascina da bambini. Adolescenti, ci troviamo dentro una quantità di errori. Nella prima età adulta la disprezziamo e la condanniamo radicalmente, e soltanto quando la maturità ha accordato i nostri sentimenti, allargato le nostre conoscenze e perfezionato la nostra intelligenza ritorniamo al nostro modo di sentire originario e all'ammirazione primitiva; con l'aggiunta del piacere che dà sempre il sapere ''come'' mai ne eravamo allora contenti, e ''perché'' l'ammiriamo ancora. (1986)
*Spesso non si capisce che cosa sia la ''Trama'', e nessuno l'ha mai definita correttamente. Molti la considerano un semplice complesso di fatti. Ma nell'accezione più rigorosa la trama è ''quello da cui non si può togliere o spostare nessuna delle componenti senza che tutto frani''. (1986)
*''Tutti'' gli uomini di genio hanno i loro detrattori. Ma è solo una ''non distributio medii'' dedurne che per la stessa ragione tutti quelli che hanno detrattori siano uomini di genio. (1986)
 
==[[Incipit]] di alcune opere==