Gloria dei Re: differenze tra le versioni

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*Sono uomo di polvere e ceneri, che domani diverrà vermi e terra, eppure fino a questo momento appaio come uno che non morirà mai. ([[Salomone]], cap. 27, p. 61)
*A che serviamo noi, prole degli uomini, se non esercitiamo la carità e l'amore sulla terra? Siamo forse distinti da nullità, da mera erba in un campo, che invecchia secondo stagione e brucia nel fuoco? Sulla terra noi provvediamo a noi stessi con squisite carni, [indossiamo] preziosi vestiti, eppure anche mentre siamo vivi odoriamo già di morte. Noi provvediamo a noi stessi con dolci profumi e delicati unguenti, ma anche mentre siamo vivi moriamo quotidianamente attraverso peccati e trasgressioni; da saggi, diventiamo ignoranti attraverso la disobbedienza e i gesti iniqui; nati saldi nell'onore, diveniamo disprezzabili attraverso la magia, la stregoneria, e la venerazione degli idoli. Dunque l'uomo degno d'onore, creato nell'immagine di Dio, se compie il bene sarà davvero come Dio (Salomone, cap. 27, p. 61)
*Noi adoriamo il sole come i nostri genitori ci hanno insegnato a fare, poiché consideriamo che il sole sia il Re degli dèi. Ma ci sono altre credenze; alcuni adorano le pietre, altri gli alberi, e altri ancora adorano figure intagliate o immagini d'oro e argento. Noi adoriamo il sole, perché cuoce il nostro cinocibo, e non solo, illumina le tenebre e rimuove la paura; noi lo chiamiamo "Nostro Re", e "Nostro Creatore", e lo adoriamo come nostro Dio. Nessun uomo ci ha mai detto che al suo fianco possa esserci un altro Dio. (Regina di Saba, cap. 27, p. 62)
*Dopo che si fu addormentato, apparve a Re Salomone una visione abbagliante: vide il Sole infuocato scendere dal paradiso e illuminare con un incredibile splendore la terra d'Israele. Il Sole restava in quella posizione per un certo tempo, ma poi improvvisamente si ritirava e volava fin sopra il regno d'Etiopia, dove si fermava a risplendere per sempre con immenso bagliore, poiché aveva voluto restare lì. (cap. 30, p. 67)
*Nessun uomo odia il posto in cui è nato, bensì ognuno ama le cose del suo paese nativo. ([[Menelik I]], cap. 36, p. 75)