Howard Phillips Lovecraft: differenze tra le versioni

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====''L'estraneo''====
Infelice chi nell'infanzia ha soltanto memorie di paura e tristezza. Sventurato chi, volgendosi indietro, non vede che ore solitarie trascorse in sale vaste e malinconiche, tappezzate di lugubri tendaggi e file esasperanti di libri antichi, o in desolate veglie in boschi crepuscolari fitti di immensi alberi grotteschi coperti di erbe, che agitano silenziosi in alto i rami contorti.<br>Tal sorte gli dèi hanno riservato a me... A me: l'attonito, il deluso; l'abbandonato, l'infranto. Eppure, stranamente pago, mi aggrappo in modo patetico anche a questi ricordi appassiti negli attimi in cui la mente minaccia di soverchiarli per richiamare ''l'altro'' ricordo.
 
====''La trappolaAzathot''====
Quando la vecchiaia discese sul mondo, e gli uomini persero la capacità di meravigliarsi; quando città grigie sollevarono verso cieli di fumo alte torri cupe e sgraziate, alla cui ombra era impossibile sognare il sole o i campi fioriti di primavera, quando la scienza ebbe strappato alla terra il suo manto di bellezza, e i poeti non cantarono più, se non di fantasmi contorti osservati scrutando nel proprio intimo con occhi velati, quando tutte queste cose accaddero, e le speranze più ingenue si dileguarono per sempre, ci fu un uomo che valicò i confini della vita alla ricerca di qualcosa nei vasti spazi ove erano fuggiti i sogni del mondo.
 
====''Nella cripta''====
Secondo me, non c'è nulla di più sciocco della convinzione che quello che è familiare sia necessariamente rassicurante, e si tratta addirittura di una convinzione tipica della psicologia di massa.
 
====''FinchéIl tuttirichiamo idi mari...Cthulhu''====
Ritengo che la cosa più misericordiosa al mondo sia l'incapacità della mente umana di mettere in correlazione tutti i suoi contenuti. Viviamo su una placida isola di ignoranza nel mezzo del nero mare dell'infinito, e non era destino che navigassimo lontano. Le scienze, ciascuna tesa nella popria direzione, ci hanno finora nuociuto ben poco; ma, un giorno, la connessione di conoscenze disgiunte aprirà visioni talmente terrificanti della realtà, e della nostra spaventosa posizione in essa che, o diventeremo pazzi per la rivelazione, o fuggiremo dalla luce mortale nella pace e nella sicurezza di un nuovo Medioevo.
L'uomo riposava su una roccia erosa dal vento, scrutando giù per la vallata. Sdraiato in quella posizione poteva vedere molto lontano, ma per tutto lo spazio non c'era il minimo movimento. Non si agitava nulla sulla distesa polverosa, su quel piano di sabbia formatosi dalla disintegrazione dei letti dei fiumi dove una volta scorrevano le acque della giovane Terra. C'era poco verde in quest'ultimo mondo, in questo stadio finale della prolungata presenza dell'umanità sul pianeta.
 
====''Qualcosa dall'alto''====
Spesso i fatti sono più incredibili degli orrori che proviamo negli incubi. La sola differenza sta nel fatto che, se noi riusciamo a spiegarci un incubo, questo smette di opprimerci. Per l’incidente accaduto a Norton, nell’ovest del Minnesota, questo non avvenne; il mistero non fu mai risolto completamente. Molto spesso non è la vicenda in sé a terrorizzarci, quanto il fatto di non riuscire a comprenderla. È una cosa che stravolge leggi e regole, un qualcosa che va oltre il nostro incoscio e che contrasta con la vita tranquilla di tutti i giorni. Ciò che successe a Norton fu un orrore di natura così incredibile e spaventosa che, chiunque ne fosse stato coinvolto, non avrebbe mai più dimenticato quel giorno di follia.
 
====''AzathotLa trappola''====
Fu un giovedì di un mattino di dicembre che cominciò tutta la storia con quell'incomprensibile movimento che mi era parso di vedere nel mio antico specchio di Copenaghen. Mi sembrava che si muovesse qualcosa, qualcosa che veniva riflesso nello specchio, anche se in camera ero completamente solo. Rimasi fermo a scrutare attentamente l'immagine quindi, decidendo che doveva trattarsi di pura illusione, ripresi a pettinarmi i capelli.
Quando la vecchiaia discese sul mondo, e gli uomini persero la capacità di meravigliarsi; quando città grigie sollevarono verso cieli di fumo alte torri cupe e sgraziate, alla cui ombra era impossibile sognare il sole o i campi fioriti di primavera, quando la scienza ebbe strappato alla terra il suo manto di bellezza, e i poeti non cantarono più, se non di fantasmi contorti osservati scrutando nel proprio intimo con occhi velati, quando tutte queste cose accaddero, e le speranze più ingenue si dileguarono per sempre, ci fu un uomo che valicò i confini della vita alla ricerca di qualcosa nei vasti spazi ove erano fuggiti i sogni del mondo.
 
====''Finché tutti i mari...''====
L'uomo riposava su una roccia erosa dal vento, scrutando giù per la vallata. Sdraiato in quella posizione poteva vedere molto lontano, ma per tutto lo spazio non c'era il minimo movimento. Non si agitava nulla sulla distesa polverosa, su quel piano di sabbia formatosi dalla disintegrazione dei letti dei fiumi dove una volta scorrevano le acque della giovane Terra. C'era poco verde in quest'ultimo mondo, in questo stadio finale della prolungata presenza dell'umanità sul pianeta.
 
====''Tra le mura di Eryx''====
Prima di riposare scriverò qualche appunto per preparare il rapporto. Ciò che ho trovato è tanto singolare, così in contrasto con tutte le esperienze passate, da meritare una descrizione precisa.<br>
Sono giunto al campo di atterraggio principale di Venere il 18 marzo, tempo terrestre; VI, 9 del calendario del pianeta.
 
====''La trappola''====
Fu un giovedì di un mattino di dicembre che cominciò tutta la storia con quell'incomprensibile movimento che mi era parso di vedere nel mio antico specchio di Copenaghen. Mi sembrava che si muovesse qualcosa, qualcosa che veniva riflesso nello specchio, anche se in camera ero completamente solo. Rimasi fermo a scrutare attentamente l'immagine quindi, decidendo che doveva trattarsi di pura illusione, ripresi a pettinarmi i capelli.
 
===Saggi===