Ugo Enrico Paoli: differenze tra le versioni

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*A chi mi chiedesse qual era l'aspetto di [[Roma (città antica)|Roma antica]] pregandomi di presentarglielo in concreto, dirò, per intenderci, di fotografarlo, dovrei rispondere alla domanda con un'altra domanda: «Quando?». Cicerone, Seneca, Marziale, ci hanno tramandato una copiosa massa di elementi informativi su quello che era l'aspetto materiale di Roma; ma se noi raccogliamo e combiniamo quegli elementi, ne viene fuori per ciascun autore una Roma diversa. Dir Roma e basta, e pensare che possa bastare, è già di per sé un errore; ed è un errore dei più comuni, perché vi è una diffusa tendenza a non considerare quanto il volto di Roma fosse mutevole, e a supporre, in certo modo, che Cicerone passeggiasse in una città molto simile a quella in cui, da adulto, passeggiava il suo figliuolo, che Roma presentasse agli occhi di Orazio lo stesso aspetto che agli occhi di Marziale. (''Vicende edilizie dell'antica Roma'', p. 253)
 
*Il [[Foro Romano|Foro]] oggi è il documento confuso e quasi assurdo di una storia più che millenaria, il risultato gigantesco di secoli di attività edilizia e di successive distruzioni e rovine. Ogni generazione vi ha lasciato i suoi monumenti, e ogni monumento le sue tracce. Dal ''lapis niger'', che l'antica leggenda faceva la tomba di Romolo (e che tomba di un antico certo fu, come gli scavi più recenti hanno dimostrato), alla Colonna di Foca, innalzata nei primi anni del VII secolo d.C., sono più che mille anni di storia di cui il Foro Romano con le sue venerande rovine ci è testimone. (''Vicende edilizie dell'antica Roma'', ppp. 253-254)
 
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