Ugo Enrico Paoli: differenze tra le versioni

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→‎Citazioni: l'aspetto di Roma antica
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*I robusti [[Civiltà romana|Quiriti]] avevano la lingua sciolta, e quando si trattava di dir la loro non c'era verso di farli stare zitti. Questo, si può dire, è uno dei lati più caratteristici dell'indole romana. La maldicenza, sconfinata e ostinata, affondava le sue radici in un inveterato spirito di libertà; al popolo, provato in mille battaglie, si potevano imporre i sacrifici più duri, e, al campo, la più rigida disciplina; ma non di tenere la lingua a freno quando l'obbligo del silenzio sarebbe apparso inutili compressione e intollerabile oltraggio alla fierezza dei signori del mondo. L'''italum acetum'' è un prodotto vernacolo, che ha caratteri propri e inconfondibili; e la potenza del motteggio in Roma è infinita. (cap. XXIV ''«Italum acetum»'', p. 233)
 
*A chi mi chiedesse qual era l'aspetto di [[Roma (città antica)|Roma antica]] pregandomi di presentarglielo in concreto, dirò, per intenderci, di fotografarlo, dovrei rispondere alla domanda con un'altra domanda: «Quando?». Cicerone, Seneca, Marziale, ci hanno tramandato una copiosa massa di elementi informativi su quello che era l'aspetto materiale di Roma; ma se noi raccogliamo e combiniamo quegli elementi, ne viene fuori per ciascun autore una Roma diversa. Dir Roma e basta, e pensare che possa bastare, è già di per sé un errore; ed è un errore dei più comuni, perché vi è una diffusa tendenza a non considerare quanto il volto di Roma fosse mutevole, e a supporre, in certo modo, che Cicerone passeggiasse in una città molto simile a quella in cui, da adulto, passeggiava il suo figliuolo, che Roma presentasse agli occhi di Orazio lo stesso aspetto che agli occhi di Marziale. (''Vicende edilizie dell'antica Roma'', p. 253)
 
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