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==''Vita e costumi degli animali - I mammiferi''==
*{{NDR|Sul [[diavolo della Tasmania]]}} Quest'animale è di una selvatichezza e di una stupidità inaudita; invano si cercherebbe di addomesticarlo. Ha il corpo tozzo, robusto, è grosso come un tasso, e fa la caccia al pollame; aggredisce anche i piccoli quadrupedi. (p. 29)
*Le [[Iena|Iene]] non sono quegli animali tanto feroci che l'immaginazione popolare si figura. Non aggrediscono l'uomo e le altre creature se non spinte da necessità assoluta. Preferiscono i cadaveri putrefatti e le carogne. S'introducono nei cimiteri, disotterrano i cadaveri, li tiran fuori dei loro lenzuoli, e ne fanno avido pasto. Entrano anche, la notte, nelle abitazioni, per divorare gli avanzi delle mense. Divorano tutto, carne ed ossa; e fa meraviglia il modo spiccio con cui fanno sparire i carcami più resistenti.<br>Qeste abitudini immonde, queste replicate violazioni di sepolcri, hanno reso la Iena un oggetto di avversione e di ribrezzo. Tuttavia bisogna esser giusti, e riconoscere i servizi che ci rende questo animale. Le Iene sono nei quadrupedi ciò che gli avoltoi sono negli uccelli. Compiono lo stesso ufficio, in modo ancor più esteso, perché non lasciano sussistere neppure gli scheletri dei cadaveri di cui si nutrono. In quelle città e in quei villaggi africani ove la polizia è lasciata al caso, le Iene tolgon via tutti gli avanzi di cui la fermentazione, resa più attiva da un sole ardente, generebbe miasmi pestilenziali, e comprometterebbe la salute pubblica. Per questo rispetto non si può negare l'utilità di quegli animali. (pp. 348-349)
*Se si deve badare soltanto all'impressione che produce sopra di noi l'aspetto del [[Leone]], bisogna confessare che esso non ha usurpato il titolo di ''re degli animali'', che gli fu dato fin dai tempi più antichi. Porta alto il capo, e procede con tale lentezza che si potrebbe scambiare per gravità; la sua fisionomia tranquilla e dignitosa, dimostra che egli conosce la sua forza. La fitta e magnifica criniera che gli ombreggia il capo e il collo aggiunse ancora al suo aspetto un certo piglio maestoso che incute rispetto. (p. 351)
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