Raffaele Pettazzoni: differenze tra le versioni

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*Il regno nuovo persiano, mentre riprendeva nella forma le tradizioni dell'antico, se ne allontanava nello spirito. Nazionale era stata la religione degli Achemenidi; e nazionale era la religione dei Sassanidi. Ma quella era stata la religione originaria: nazionale perché nata con la nazione stessa, frutto naturale e spontaneo di quello spirito collettivo onde sorgono insieme presso un popolo la lingua, la fede, il costume. Questa, dei Sassanidi, era una antica religione fondata, di origine individuale, che nazionale era divenuta alterando prodondamente la sua natura: per quante concessioni avesse fatte alla credenza popolare, per quanti elementi tradizionali si fosse incorporata, era ancora e sempre la religione di Zarathustra. Quel che il Zoroastrismo non era stato mai, né al tempo delle sue origini né sotto gli Achemenidi e nemmeno sotto gli Arsacidi - cioè la religione ufficiale di un grande stato nazionale iranico -, lo divenne ora per effetto di quelle vicende che portarono, insieme, alla formazione del regno dei Sassanidi. (pp. 186-187)
*Sono come due spiriti eterogenei che attraversano la storia della Persia sassanidica senza mai riuscire a conciliarsi - e il loro contrasto finì poi per essere fatale -: uno spirito settario e intollerante, discendente degenere di una antica idea religiosa ultra-nazionale e proselitistica; e uno spirito fortemente nazionale, inestinguibile e insopprimibile, il quale si sforza di affermare tra le varie confessioni religiose la supremazia sua. (p. 189)
*Certo il [[Manicheismo]] non è un'emanazione diretta del Mazdeismo, una specie di Mazdeismo modificatosi a contatto col Cristianesimo. (p. 190)
*L'idea centrale della dottrina di Mani è ancora e sempre il dualismo: ma se questo vi è svolto in forma diversa che nel Gnosticismo, e più sistematica e rigorosa, ciò si deve verosimilmente alle influenze del Mazdeismo persiano. Elementi di origine persiana abbondano nel Manicheismo: e sono in ispecie quegli elementi mitici e leggendari che gli conferiscono quel colorito imaginoso e fantastico onde si rischiara. (p. 191)
*Onde si vede come il Manicheismo rappresenti, al pari del Mitraismo e a poca distanza da questo, una penetrazione di idee iraniche (persiane) in Occidente: la quale parimenti si attuò in senso universalistico e ultranazionale; ma con questa grande differenza, che l'universalismo nella religione di Mithra - il dio - non era elemento congenito ed originario, sì bene assunto secondariamente sull'esempio di altre religioni, mentre nella religione di Mani - il fondatore - era connaturato ed innato, e inizialmente il Manicheismo se lo propose come compito, e come compito lo perseguì consapevolmente durante tutto il tempo del suo propagarsi. Onde anche risulta che non è il Mitraismo, bensì il Manicheismo - nella sua propagazione orientale e occidentale -, l'erede e il continuatore vero di quella missione universalistica cui il Zoroastrismo, nazionalizzandosi, aveva rinunziato. E questa è poi anche la ragione per cui il Manicheismo fu in Persia perseguitato e dalla Persia bandito: appunto perché era universale, e invece lo spirito persiano era, in allora specialmente, nazionale. (pp. 192-193)
*[[Mazdak]] fu un riformatore religioso: ma il suo programma ebbe anche un contenuto sociale. Voleva la comunanza dei beni: voleva che le donne fossero poste in comune. Non era soltanto fantasia di un utopista. L'utopia aveva un suo fondamento nelle condizioni economiche e sociali dello stato persiano. Economicamente, si trattava di ristabilire un equilibrio che la concentrazione della ricchezza nelle mani dei nobili, specialmente, e degli alti dignitari aveva rotto da un pezzo. (pp. 199-200)
*{{NDR|Sulla [[Conquista islamica della Persia]]}} Il Zoroastrismo non valse a tener testa alla religione dei conquistatori. Chi sa se a lungo andare non avrebbe finito per cedere allo stesso Cristianesimo (nazionalizzato)? Certo non era riuscito ad impedire del Cristianesimo i progressi e l'incremento. (p. 215)
*La Persia sassanidica e il Zoroastrismo ufficiale erano sorti insieme; e insieme tramontarono. L'invasione degli Arabi segnò, con la fine della religione. (p. 216)
*Come si vede, la Persia aveva perduto l'indipendenza, ma aveva conservato la sua cultura. La religione ufficiale era ormai un'altra. Ma l'antica non era interamente distrutta: si esprimeva tuttavia nella nuova letteratura sacerdotale; si rifletteva nella epopea. (p. 220)
*Lo stesso Firdusi, ufficialmente musulmano, era troppo imbevuto di spirito iranico per essere un convinto zelatore della fede dei dominatori stranieri. (p. 226)
*{{NDR|Sull'[[Impero mongolo]]}} I loro massacri e le terribili devastazioni non furono ispirati da passione religiosa, bensì dalla naturale barbarie. (p. 227)
 
==Bibliografia==