Giovanni Boccaccio: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Giovanni Boccaccio==
:{{NDR|[[Agrippina maggiore]]}} fu maritata a Germanico, bello, di sua età, il quale molto fu di bisogno alla repubblica, e, per adozione fu figliuolo di [[Tiberio|Tiberio Cesare]]. Assai per questo lei fu famosa; ma più famosa fu perché ella, con ostinato proposito, fece resistenza alla perfidia del superbissimo imperatore.
*{{NDR|[[Agrippina maggiore|Agrippina]]}} ''Germanico sue etati insigni iuveni et plurimum rei publice oportuno ac [[Tiberio|Tyberii Cesaris Augusti]] filio adoptivo, nupta est; satis ob hoc fulgida, sed fulgidior quod insolentissimi principis obstinato proposito retudisset perfidiam.'' (da ''De mulieribus claris'', cap. LXXXVIII)
:{{NDR|[[Agrippina maggiore]]}} fu maritata a Germanico, bello, di sua età, il quale molto fu di bisogno alla repubblica, e, per adozione fu figliuolo di [[Tiberio|Tiberio Cesare]]. Assai per questo lei fu famosa; ma più famosa fu perché ella, con ostinato proposito, fece resistenza alla perfidia del superbissimo imperatore.
*''Giovine donna è mobile, e vogliosa | È negli amanti molti, e sua bellezza | Estima più ch'allo specchio, e pomposa | Ha vanagloria di sua giovinezza; | La qual quanto piacevole e vezzosa | È più, cotanto più seco l'apprezza: | Virtù non sente, né conoscimento, | Volubil sempre come foglia al vento''. (''Filostrato'', VIII, 30)
*{{NDR|[[Barlaam di Seminara]]}} [...] huomo di Calabria, già di picciola statura, ma di gran scienza, e di maniera nelle Greche lettere dotto [...] (da ''Della Genealogia degli Dei'', Venezia, 1627, c.239v<ref>Citato in Tobia Cornacchioli, ''Nobili, borghesi e intellettuali nella Cosenza del Quattrocento, L<nowiki>'</nowiki>''academia'' parrasiana e l'Umanesimo cosentino'', Edizioni Periferia, Cosenza, stampa 1990, p. 43.</ref>)
*[...] la nodosa [[gotta|podagra]], con gravissima noia di chi l'ha, tiene tutto il corpo quasi immobile e contratto [...] (dal ''Comento alla Divina Commedia'', p. 88)
*{{NDR|[[Leonzio Pilato]]}} [...] nell'aspetto è uomo rozzo, ha la faccia nera, la barba prolissa, la chioma nera occupata sempre in continui pensieri, di costumi rozzo, né molto civile huomo, ma si come l'isperienza ha dimostrato, dottissimo di lettere Greche e come un'arca pieno d'historie, e favole greche, benché della latina non sia molto instrutto [...] (da ''Della Genealogia degli Dei'', Venezia, 1627, c.239v<ref>Citato in Tobia Cornacchioli, ''Nobili, borghesi e intellettuali nella Cosenza del Quattrocento, L<nowiki>'</nowiki>''academia'' parrasiana e l'Umanesimo cosentino'', Edizioni Periferia, Cosenza, stampa 1990, p. 46.</ref>)
*Nella [[Vesuvio|montagna]] esiste ancora una grande apertura, chiaro testimone dell'avvenuto incendio. Alle radici di questa avvenne una battaglia famosa tra Romani e Latini, nella quale Publio Decio, console, per ottenere la vittoria si dedicò agli Dei profondi, e quindi morì. I contadini odierni chiamano frequentemente tutto questo monte la Somma. (da ''De montibus, silvis, fontibus, lacubis, fluminibus, stagnis, seu paludibus et nominibus maris'', citato ne ''Il Vesuvio'')
*Il [[Vesuvio]] è un monte della Campania, non congiunto ad altro monte, abbondante in ogni parte di vigne e frutteti. Dal lato di Scirocco giace ai suoi piedi Pompei, e, quasi di Scirocco, Sarno, e, più lontana Benevento. Dal lato di Grecale giace Capua e da quello di Maestrale vi è Napoli dei Calcidensi, detta Partenope. Da mezzo questo, vicino la cima, usciva, con grandissima paura dei contadini, tanto fumo da ricoprire tutta la regione. (da ''De montibus, silvis, fontibus, lacubis, fluminibus, stagnis, seu paludibus et nominibus maris'', citato ne ''Il Vesuvio'')
*[...] la nodosa [[gotta|podagra]], con gravissima noia di chi l'ha, tiene tutto il corpo quasi immobile e contratto [...] (dal ''Comento alla Divina Commedia'', p. 88)
*Le ricchezze dipingono l'uomo, e con i loro colori cuoprono e nascondono non solamente i difetti del corpo, ma ancora quelli dell'anima.<ref>Dalle ''Lettere'', a Pino de' Rossi.</ref><ref name=sordi/>
*[[Napoli|La nostra città]], oltre a tutte l'altre italiche di lietissime feste abondevole, non solamente rallegra li suoi cittadini o con nozze o con bagni o con li marini liti, ma, copiosa di molti giuochi, sovente ora con uno ora con un altro letifca la sua gente. Ma tra l'altre cose nelle quali essa appare splendidissima, è nel sovente armeggiare. (da ''Elegia di madonna Fiammetta'', cap. V)
*Nella [[Vesuvio|montagna]] esiste ancora una grande apertura, chiaro testimone dell'avvenuto incendio. Alle radici di questa avvenne una battaglia famosa tra Romani e Latini, nella quale Publio Decio, console, per ottenere la vittoria si dedicò agli Dei profondi, e quindi morì. I contadini odierni chiamano frequentemente tutto questo monte la Somma. (da ''De montibus, silvis, fontibus, lacubis, fluminibus, stagnis, seu paludibus et nominibus maris'', citato ne ''Il Vesuvio'')
 
==''Decameron''==
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*Fu dunque in Pisa un giudice, più che di corporal forza, dotato d'ingegno, il cui nome fu messer Ricciardo di Chizinca, il qual, forse credendosi con quelle medesime opere sodisfare alla moglie, che egli faceva agli studi, essendo molto ricco, con una piccola sollecitudine cercò d'avere bella e giovane donna per moglie; dove e l'uno e l'altro, se così avesse saputo consigliar sé, come altrui faceva, doveva fuggure. (II giornata, [[s:Decameron/Giornata_seconda/Novella_decima|novella X]])
*È [...] meglio fare e pentere, che starsi e pentersi. (III giornata, [[s:Decameron/Giornata_terza/Novella quinta|novella V]])
*Fate quello che noi diciamo e non quello che noi facciamo. (III, VII)<ref name=sordi>Citato in ''Dizionario delle citazioni'', a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 14603-X</ref>
*{{NDR|Sull'[[hashish]]}} [...] una polvere di maravigliosa vertú [...], che [...], piú e men data, senza alcuna lesione faceva per sí fatta maniera piú e men dormire colui che la prendeva, che, mentre la sua vertú durava, non avrebbe mai detto alcuno, colui in sé aver vita [...]. (III giornata, [[s:Decameron/Giornata_terza/Novella_ottava|novella VIII]])
*E così stando, essendo Rustico più che mai nel suo disidero acceso per lo vederla così bella, venne la resurrezion della carne. (III giornata, [[s:Decameron/Giornata_terza/Novella_decima|novella X]])
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===Citazioni sull ''Andreuccio da Perugia''===
*Non c'è una sola volta che io rilegga questa novella senza che ne resti profondamente turbato e vinto, riconoscendomi incapace d'inserirmi nella strada maestra aperta dal Boccaccio nell'interpretare la mia [[Napoli|città]]. Che è per l'appunto un infernale miscuglio di casi umani piccoli e piccolissimi, ma ugualmente fatali e terribili, potenti nella gioia e nella tristezza, che riceve, raccoglie e nasconde gente di ogni risma e razza. L'idea di metropoli Boccaccio l'ha afferrata e rappresentata fino in fondo in uno spaccato miserabile e in rilevo direi quasi abitabile. ([[Domenico Rea]])
 
==''Della Genealogia degli Dei''==
*Gli ignoranti dall'esteriorità giudicano l'interiorità.<ref name=sordi/>
*{{NDR|[[Barlaam di Seminara]]}} [...] huomo di Calabria, già di picciola statura, ma di gran scienza, e di maniera nelle Greche lettere dotto [...] (da ''Della Genealogia degli Dei'', Venezia, 1627, c.239v<ref name=tobia>Citato in Tobia Cornacchioli, ''Nobili, borghesi e intellettuali nella Cosenza del Quattrocento, L<nowiki>'</nowiki>''academia'' parrasiana e l'Umanesimo cosentino'', Edizioni Periferia, Cosenza, stampa 1990, p. 43.</ref>)
*{{NDR|[[Leonzio Pilato]]}} [...] nell'aspetto è uomo rozzo, ha la faccia nera, la barba prolissa, la chioma nera occupata sempre in continui pensieri, di costumi rozzo, né molto civile huomo, ma si come l'isperienza ha dimostrato, dottissimo di lettere Greche e come un'arca pieno d'historie, e favole greche, benché della latina non sia molto instrutto [...] (da ''Della Genealogia degli Dei'', Venezia, 1627, c.239v<ref>Citato in Tobia Cornacchioli, ''Nobili, borghesi e intellettuali nella Cosenza del Quattrocento, L<nowiki>'<name=tobia/nowiki>''academia'' parrasiana e l'Umanesimo cosentino'', Edizioni Periferia, Cosenza, stampa 1990, p. 46.</ref>)
 
==''Filocolo''==