Giuseppe Lombardo Radice: differenze tra le versioni

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*Finita la scuola, dato l'[[esame]], tutti i nomi le date i {{sic|giudizii}} critici a freddo, anzi a vuoto, si cancellano meravigliosamente dalla memoria: {{sic|sornuota}}, resto di un naufragio, per qualche tempo, qualche cosa; poi si disperde anch'essa; restano, con signoria difficilmente contrastabile, l'uggia, la mancanza di curiosità, il fastidio per tutta quella mal digerita sapienza. (parte seconda, ''Lo studio libero e la biblioteca scolastica'', p. 156)
 
*La miglior prova dell'errore didattico dei temi convenzionali non è però data dalle testimonianze degli insegnanti, ma dal fatto doloroso della organizzazione ''perfetta'' che ha raggiunto la frode scolastica in materia di «comporre». Esistono infatti, vero assurdo pedagogico e morale, raccolte di ''temi svolti'', dai titoli spesso rivelatori d'un intento bottegaio: vere miniere di luoghi comuni, utilizzabili in ogni circostanza dallo studente che vuol cavarsela, in barba ai professori; e vi sono studenti che conservano per anni e anni i loro vecchi quaderni di còmpiti, e se ne imbottiscono agli esami, per pescarvi qualche idea. Novanta casi su cento l'alunno dinanzi al tema non si domanda: «che cosa penso e che cosa, perciò, posso dire?» ma: «dove posso ''trovare idee''? Le idee sono qualche cosa che non nasce in noi, ''che si trova''. C'è tanta gente che s'è data la pena di pensare per noi; attingiamo ai loro scritti!» (parte terza, ''Il componimento'', pp. 249-251)
 
*Staccate la [[geografia]] dalle scienze naturali e storiche e l'avrete distrutta; togliete alle scienze naturali e storiche la parte geografica e le avrete {{sic|reso}} schematiche ed astratte; avrete tolto loro addirittura la loro intuibilità. (parte terza, ''Il primo insegnamento scientifico'', p. 407)