Pluralità dei mondi: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m minuzie
+1
Riga 9:
*I mondi sono infiniti, in parte simili al nostro mondo, in parte dissimili. Perché gli atomi che sono infiniti [...] si muovono in una lontananza sempre maggiore. Atomi tali, per cui potrebbe formarsi un mondo o da cui potrebbe essere creato un mondo, non sono stati impiegati né per un solo mondo né per un numero limitato di mondi, né per quanti mondi siano simili a questi o dissimili da questi. Nulla dunque impedisce di ammettere un numero infinito di mondi. ([[Epicuro]])
*Inoltre è anche più convenevole a Dio, che non esista un solo isolato mondo, imperciocché essendo egli perfettamente buono non gli manca niuna virtù, e molto meno la giustizia e la benevolenza; virtù nobilissime, e sommamente a lui Dio principe, non che agli altri Dei, convenientissime. Or dunque: In Dio per natura nulla può esistere di vano ed inutile; bisogna perciò che sussistano fuori di lui altri Dei minori, e più mondi, su i quali esso eserciti le virtù sociali; poiché, né verso di sé stesso, né in veruna parte di sé può esercitare la giustizia, la grazia, la benignità; ma è necessario che l'eserciti verso degli altri; sicché non è probabile che questo mondo, unico, senza vincoli amichevoli, senza vicinanza e comunione con altri mondi, vada solitario errando in un vuoto infinito. Ed in vero osserviamo, che natura tutte le cose singole e solitarie raccoglie ed involve nei generi e nelle forme, come in tanti recipienti, o seminali involucri ; imperciocché nulla cosa esiste nel numero degli esseri talmente solitaria, che non abbia qualche relazione in comune; né potrebbe avere una, od un'altra speciale denominazione ciò, che nella comunanza, non si conservasse insieme particolare; il mondo adunque non è chiamato con vocabolo di comunanza, ma di specialità, ossia di differenza da un'altra cosa del medesimo genere e della medesima forma. In oltre se natura non fece un solo uomo, un solo cavallo, un solo astro, un solo Dio, un solo Genio, che difficoltà ci può essere che la stessa natura abbia non un mondo solo, ma più? ([[Plutarco]])
*In questo momento, l'intera esistenza del nostro pianeta, dalla nascita alla morte, si riproduce in ogni particolare, giorno dopo giorno, su miriadi di astri fratelli, con tutti i suoi crimini e le sue sventure. Quel che chiamiamo il progresso è imprigionato su ogni terra, e con lei svanisce. Sempre e dovunque, sulla superficie terrestre, lo stesso dramma, lo stesso scenario, sullo stesso angusto palcoscenico, un'umanità turbolenta, infatuata della propria grandezza, che crede di esser l'universo e che vive nella sua prigione come se fosse un'immensità, per scomparire ben presto insieme al globo che ha portato con il più profondo disprezzo il fardello del suo orgoglio. Stessa monotonia, stesso immobilismo in tutti gli altri astri. L'universo si ripete senza fine, e scalpita senza avanzare. L'eternità recita imperturbabilmente nell'infinito le stesse rappresentazioni. ([[Louis-Auguste Blanqui]])
*Se fossimo più progrediti sul piano scientifico – o più progrediti su quello spirituale, forse è questo che ci vuole per andare a zonzo nel grande ignoto che ci circonda – vedremmo che c'è vita dappertutto. Tanti mondi abitati e tante forme di vita intelligenti quanti formicai ci sono in questa città. ([[Stephen King]])