Fabrizio De André: differenze tra le versioni

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*''Il ministro dei temporali | in un tripudio di tromboni | auspicava democrazia | con la tovaglia sulle mani e le mani sui coglioni''. (da ''La domenica delle salme'', n. 4)
*''«Voglio vivere in una città | dove all'ora dell'[[aperitivo]] | non ci siano spargimenti di sangue | o di detersivo».'' (da ''La domenica delle salme'', n. 4)
*''A tarda sera io e il mio illustre cugino [[Oswald de Andrade|De Andrade]] | eravamo gli ultimi cittadini liberi | di questa famosa città civile | perché avevamo un cannone nel cortile.'' (da ''La domenica delle salme''<ref>Ripreso da [[Oswald de Andrade]], ''Serafino Ponte Grande'', traduzione di Daniela Ferioli, Einaudi, 1976, p. 46: «Ma io sono l'unico libero cittadino di questa famosa città, perché ho un cannone nel cortile».</ref>, n. 4)
*''La domenica delle salme | nessuno si fece male | tutti a seguire il feretro | del defunto ideale''. (da ''La domenica delle salme'', n. 4)
*''«Voi che avete cantato sui trampoli e in ginocchio | coi pianoforti a tracolla vestiti da Pinocchio | voi che avete cantato per i longobardi e per i centralisti | per l'Amazzonia e per la pecunia | nei palastilisti | e dai padri Maristi | voi avevate voci potenti | lingue allenate a battere il tamburo | voi avevate voci potenti | adatte per il vaffanculo».'' (da ''La domenica delle salme'', n. 4)