Emanuele Severino: differenze tra le versioni

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→‎Citazioni di Emanuele Severino: sul cardinale Roberto Bellarmino
→‎Citazioni di Emanuele Severino: Kierkegaard, Fabro, san Tommaso
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*Da quando l'[[URSS]] non controlla più le spinte dal basso contro la ricchezza planetaria e alla loro testa si è posto l'[[Islam]], la sopravvivenza del mondo ricco è in pericolo.<ref>Da ''La Seconda Guerra Fredda'', ''Corriere della Sera'', 17 agosto 2006, p. 1.</ref>
*È del tutto fuorviante condannare l'«Occidente» e il capitalismo per aver dominato e sfruttato il resto del mondo. I popoli non hanno morale. Se ne è mai visto uno sacrificarsi per un altro? Quando hanno potenza si impongono sui più deboli, come la natura riempie il vuoto.<ref>Da ''Due fedi, la stessa crisi'', ''Corriere della Sera'', 26 febbraio 2006, p. 26.</ref>
*[[Cornelio Fabro]] si rifaceva sostanzialmente a [[Tommaso D' Aquino]], mentre uno come [[Gustavo Bontadini|Bontadini]] era innanzitutto un [[Giovanni Gentile|gentiliano]].<ref name="repubblica.it,31ott2001">Da Antonio Gnoli, [https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2001/10/31/vi-racconto-il-mio-scontro-con-la.html ''Vi racconto il mio scontro con la Chiesa Cattolica''], su ''La Repubblica'', 31 ottobre 2001. URL archiviato il [http://archive.is/wip/kDgHC 22 gennaio 2020]</ref>
*{{NDR|Guarda le partite di calcio?}} Non sono un tifoso, mi appassionano i Mondiali. E la scherma, sa perché? mio padre era maestro di scherma e fece vincere la sua squadra militare prima della Prima Guerra. Fu l'unico sport in cui seppi fare qualcosa, fino a qualche tempo fa avrei potuto sbudellare qualcuno. {{NDR|La vita come va presa, a baci o a schiaffi?}} Avermi dato mia moglie è stato un grande bacio, avermela tolta un grande schiaffo. {{NDR|Un'ultima domanda: che cos'è l'amore?}} Ah, l'amore è pur sempre una forma di volontà e però lascia sempre in una insoddisfazione: dunque chiudere una trasmissione con questa frase lascia un po' di amaro in bocca.<ref>Intervista di Gigi Marzullo a ''Sottovoce'', puntata del 7 agosto 2019. Citata da {{cita web | autore = [[Adriano Sofri]] | url = https://www.ilfoglio.it/piccola-posta/2019/08/07/news/emanuele-severino-la-trasmissione-e-la-vita-268648/ | titolo = ''Emanuele Severino, la trasmissione e la vita'' | data = 7 agosto 2019}}, su ''ilfoglio.it/''. URl archiviato il [http://archive.is/FZdwh/ 10 settembre 2019].</ref>
*In quanto destino della necessità, la [[verità]] è l'apparire dell'esser sé dell'essente in quanto tale (ossia di ogni essente); e cioè l'apparire del suo non esser l'altro da sé, ossia dell'impossibilità del suo divenir l'altro da sé, ossia del suo essere eterno. L'apparire dell'essente è l'apparire della totalità degli enti che appaiono [...] Le parti sono un molteplice. L'apparire di una parte è la relazione dell'apparire trascendentale a una parte di tale totalità [...] Ciò significa che esiste una molteplicità di queste relazioni. In questo senso, molteplice non è solo il contenuto che appare, ma anche il suo apparire.<ref>Da ''Fondamento della contraddizione'', Adelphi, Milano, 2005.</ref>
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*La civiltà della tecnica è ciò che chiamo "la forma più rigorosa della Follia estrema". Ancora più sottovoce: la Follia estrema è credere nel carattere effimero, temporale, contingente, casuale, dell’uomo e della realtà: è la convinzione che ogni cosa venga dal nulla e vi ritorni. Però la difesa suprema dall’angoscia suscitata da questa convinzione – la difesa che nella tradizione è costituita, in ultimo, da Dio – è diventata la tecnica. Ovunque, la tecnica sta diventando la forma più radicale di salvezza, che oggi ha soppiantato qualsiasi altra forma di rimedio contro la morte.<ref name="ilfattoquotidiano,17dic2013" />
*La posizione di [[Parmenide]] è singolare perché è anche il punto di maggiore contatto con l'Oriente.[...] La soluzione radicale di Parmenide è questa: il [[divenire]] non minaccia più, non può essere nocivo perché non esiste. [...] Tutto l'angosciante, tutto il terribile, tutto l'orrendo del mondo è [[illusione]]; questo è il senso della ''doxa'' di Parmenide. Ebbene questa è anche la strada percorsa dall'Oriente: i ''[[Veda]]'', le ''[[Upanishad]]'', la ripresa [[buddismo|buddista]] del [[induismo|bramanesimo]] sono tutti grandi motivi che convergono su questo punto: l'uomo è infelice perché non sa di essere felice, perché non sa che il dolore è al di fuori di lui, e che lui è un puro sguardo che non è contaminato dal [[dolore]] che gli passa innanzi, così come lo specchio non è contaminato dall'immagine che si riflette in esso.<ref>Da un'[http://www.emsf.rai.it/interviste/interviste.asp?d=222#3 intervista su ''Emsf.rai.it''], Venezia, Museo Correr, Biblioteca Marciana, 15 marzo 1988.</ref>
*Le tesi del Pontefice che la [[ragione]] abbia bisogno della religione cattolica, non è la tesi di [[Tommaso D’Aquino]].<ref>Da Tommaso Scandroglio, [http://www.libertaepersona.org/wordpress/2008/01/severino-il-papa-relativista-669/ ''Severino: il Papa è relativista''], su ''libertaepersona.org'', 25 gennaio 2009. URL archiviato il [http://archive.is/l2bIR#selection-203.2432-203.2542 22 gennaio 2020].</ref>
*Ma la concordanza di [[Giordano Bruno|Bruno]] con [[Parmenide]] è insieme concordanza con [[Eraclito]], per il quale, ricorda Bruno, tutte le cose sono Uno. Proprio mentre l'''epistéme''<ref>Vedi [[w:episteme|episteme]].</ref> sta per abbandonare la fiducia nella capacità immediata del pensiero di cogliere il senso più profondo della verità, quella fiducia trova nella filosofia di Bruno una della sue espressioni più potenti e grandiose.<ref>Da ''La filosofia dai greci al nostro tempo. La filosofia moderna'', BUR, 2004, p. 34.</ref>
*Ma, si dirà, e la scienza? La scienza è fede?! Sì. Per avere potenza sul mondo, la scienza ha rinunciato da tempo ad essere «verità», nel senso attribuito a questa parola dalla tradizione filosofica. La scienza è divenuta sapere ipotetico. Sa di non essere sapere assoluto («verità», appunto) – e in questo senso non è fede ma dubbio –; tuttavia per aver potenza sul mondo deve aver fede nella propria capacità di trasformarlo; ed è all'interno di questa fede che essa elabora, risolve o conferma i propri dubbi.<ref>Da ''Le fedi e la lotta per il potere'', ''Corriere della Sera'', 24 maggio 2007, p. 40.</ref>
*Normalmente quando si parla di Kierkegaard si vede in lui l'antisistematico, o lo si intende come un grande conoscitore delle pieghe dell'animo umano, nella direzione dei grandi moralisti, come un [[Montaigne]] o un [[Pascal]]. Ma se uno apre le ''Postille di filosofia'' vede che non c'è pagina che [[Tommaso D'Aquino]] non sottoscriverebbe. Per [[Cornelio Fabro|Fabro]], [[Kierkegaard]] era una grossa carta [[metafisica ]]da giocare in favore della cultura ufficiale della chiesa.<ref name="repubblica.it,31ott2001" />
*Oggi il clima culturale filosofico e scientifico, per non parlare della letteratura, si è allontanato dal concetto di [[verità]] definitiva, incontrovertibile. “Le verità” odierne servono a trasformare il mondo secondo certi progetti. Nessuno dice più, come [[Galileo Gelilei|Galileo]], che l'uomo conosce le verità matematiche così come le conosce Dio. [...] Il pensiero greco intende la verità definitiva delle cose come un oscillare delle cose tra il non essere, l’essere e il non essere. Se le cose del mondo, secondo la convinzione dell’umanità attuale, non erano e non saranno, è inevitabile che non esista alcuna verità definitiva.<ref>Intervistato da {{cita web | autore = Claudio Gallo | url = https://www.lastampa.it/cultura/2018/03/02/news/emanuele-severino-vi-spiego-perche-quest-intervista-e-eterna-1.33986821 | titolo = ''Emanuele Severino: “Vi spiego perché quest’intervista è eterna”'' | data = 2 marzo 2018}}, su ''lastampa.it''. URL archiviato il [http://archive.is/rruiL/ 10 settmebre 2019].</ref>
*Quando [...] la [[Chiesa cattolica|Chiesa]] condanna il divorzio, l'aborto, l'eutanasia, lo sfruttamento del lavoro, il profitto come scopo primario dell'attività economica, l'annullamento dell'uomo nello Stato totalitario (e via via, fino al rifiuto di considerare "famiglia" le unioni non stabili e a maggior ragione le coppie omosessuali), la Chiesa condanna qualcosa che, per essa, non è soltanto una negazione della verità soprannaturale del cristianesimo, ma è anche negazione di quelle "verità naturali" che ogni uomo, anche il non credente, può conoscere e praticare.<ref>Da ''Il declino del capitalismo'', Bur, Milano, 2007, cap. 33, ''Tam evidenter''.</ref>