Emilio Morpurgo: differenze tra le versioni

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==[[Incipit]] di ''Marco Foscarini e Venezia nel secolo XVIII''==
La maestosa figura del quart'ultimo Doge veneziano {{NDR|Marco Foscarini}}, che sorge pressoché solitaria in mezzo ad una società politica prossima ad estinguersi, sembra aggiungere un nuovo {{sic|enimma}} ai molti, ond'è sparsa la storia della grande Repubblica.<br>La generazione, a cui egli appartiene, si direbbe inconsapevole ed è senza dubbio incurante del passato glorioso della patria. Egli, benché testimone di una decadenza che il suo ingegno doveva fargli misurare tutta intera, raccoglie l'antica tradizione di Andrea Dandolo, il padre degli storici veneziani; stringe, per così dire, il fascio de' secolari ricordi e vagheggia il disegno di farsi interprete del pensiero civile di Venezia. La fiacchezza, l'abbandono di ogni virile proponimento, la impotenza rassegnata di coloro che non osano levare la fronte contro l'avverso destino, sono le sole manifestazioni ch'egli possa raccogliere da' suoi concittadini; e sente e dice che il suo secolo doveva essere ''terribile ai figli e ai nipoti''; ma la sua fede non vacilla e la tempra del suo animo non s'indebolisce.
 
==Bibliografia==