Luigi Meneghello: differenze tra le versioni

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*È inutile dire oggi che i calcoli ci saranno stati; chi dice così non ha capito niente dei comunisti di allora; noi invece li abbiamo visti coi nostri occhi, e sappiamo cosa valevano. Venivano in mente per contrasto quei compagni di scuola, a Vicenza e a Padova, che continuavano a occuparsi, forse presso una zia in campagna, di Kierkegaard e di Jaspers, o addirittura di esami universitari, per avvantaggiarsi nella vita e nella carriera, magari con qualche lirica ermetica in proprio, trasudata negli intervalli. Di questi grandi villeggianti della guerra civile, la borghesia urbana ne ha prodotti parecchi; non pochi di loro sono oggi energicamente schierati dalla parte degli angeli, hanno fatto carriera, e speriamo che siano contenti. (cap. 3)
*Che cos’è una patria se non è un ambiente culturale? cioè conoscere e capire le cose. (p. 46)
*«Vedi?» disse il Castagna. «Quando va su un governo, noialtri dobbiamo lavorare.» «Anche se fossero fascisti?» dissi. «Eh no, per la madonna» disse lui. «I fascisti non sono mica un governo.» «Già» dissi io. «I fascisti sono...» Cercavo una formula salveminiana. «Rotti in culo» disse il Castagna. (cap. 6)
 
==''Le Carte''==