Abbigliamento nell'antica Grecia: differenze tra le versioni

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Citazioni sull''''abbigliamento nell'antica Grecia'''
 
*''Abbigliamenti delle Tessale''. Luciano nel suo ''Lucio'' od ''Asino'' parlando d'una donna d'Ipata, città della Tessaglia, così si esprime: «Il Portamento e corteggio suo annunziano una donna d'alto legnaggio: ella veste abiti ricamati a fiori, e quantità di fregi in oro: molte schiave la seguono.» ([[Giulio Ferrario]])
*Dagli abbigliamenti delle Ateniesi gioverà ora il far passaggio a quello delle altre Greche. Le donne di Sparta portavano una tunica breve, ed aperta sopra l'un fianco, in guisa che lasciava scoperte le coscie. Le fanciulle spartane erano perciò dai poeti chiamate ''fonomeride'', ''mostranti-le coscie''. Plutarco aggiugne che per tal costume venivano dai poeti motteggiate ''di amar gli uomini perdutamente, siccome da Euripide che dice: Per trovarsi co' giovani, le loro | Case lascian deserte, e con i pepli | Vanno ondeggianti, e con le loro coscie ignude''. ([[Giulio Ferrario]])
*Rinunciò {{NDR|[[Tiberio]]}} a ogni personale esercitazione con le armi e i cavalli, lasciò l'abbigliamento romano e si vestì alla greca, con sandali e mantello. ([[Luca Canali]])
 
===[[Giulio Ferrario]]===
*''Abbigliamenti delle Tessale''. Luciano nel suo ''Lucio'' od ''Asino'' parlando d'una donna d'Ipata, città della Tessaglia, così si esprime: «Il Portamento e corteggio suo annunziano una donna d'alto legnaggio: ella veste abiti ricamati a fiori, e quantità di fregi in oro: molte schiave la seguono.» ([[Giulio Ferrario]])
*Dagli abbigliamenti delle Ateniesi gioverà ora il far passaggio a quello delle altre Greche. Le donne di Sparta portavano una tunica breve, ed aperta sopra l'un fianco, in guisa che lasciava scoperte le coscie. Le fanciulle spartane erano perciò dai poeti chiamate ''fonomeride'', ''mostranti-le coscie''. Plutarco aggiugne che per tal costume venivano dai poeti motteggiate ''di amar gli uomini perdutamente, siccome da Euripide che dice: Per trovarsi co' giovani, le loro | Case lascian deserte, e con i pepli | Vanno ondeggianti, e con le loro coscie ignude''. ([[Giulio Ferrario]])
*Lo ''xisto'' era una veste con frangie, che ordinariamente portavasi dalle vecchie, siccome Menandro ci avverte nella sua ''Rapizomèna''. Chiamavasi col nome di ''simetria'' una lunga tonaca, che discendeva sino ai talloni con un orlo di porpora. La ''podera'' consisteva in una doviziosa tonaca di lino, della quale usavano le Ateniesi e le Jonie. Le ''pentectene'' erno piccole tuniche, adorne di porpora nell'estremità, ed intrecciate da cinque raggi. Esichio aggiugne che le ''pentectene'', erano tutt'intorno intagliate a denti di sega. Dicevasi ''catasticto'' ed anche ''zoota o zodiato'' una tunica ricamata ad animali od a fiori intrecciati cogli animali. Lo ''schisto'' era una tunica fessa od aperta, che alle spalle attaccavasi con fermagli. Finalmente ''catonaca'', secondo Suida, divevasi una tunica, che discendeva sino alle ginocchia, e nella parte inferiore avea una pelle tutt'intorno cucita. Quest'abito era proprio delle schiave.
 
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