Armando Ravaglioli: differenze tra le versioni

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*L'[[Guerra italo-turca|impresa di Libia]] non fu una guerra imperialista, nel senso stretto dell'espressione; essa apparteneva alla logica del sistema di rapporti internazionali dominanti in quel periodo in Europa e rappresentava la inevitabile contromisura dell'Italia all'accerchiamento che Francia e Inghilterra, egemoni del Mediterraneo, avevano operato ai suoi danni. (p. 43)
 
==[[Incipit]] di alcune opere==
===''Il Tevere''===
Su un punto, ma su uno solo, appaiono tutti d'accordo, tecnici e amministratori. Per il Tevere servono interventi immediati e radicali: non è più tollerabile che, da nord a sud, Roma venga attraversata da un fiume ridotto a gigantesco collettore fognario. Ne va della salute degli abitanti, ne va del decoro della città. Come continuare a consentire che il fiume al quale vengono legate le origini di Roma (la leggenda di Romolo e Remo), al quale per secoli fu affidata la sopravvivenza stessa della città che solo dal suo fiume vedeva garantito l'approvvigionamento d'acqua, costituisca ora per la Capitale un pericolo mortale, come tale guardato con avversione e isolato fra i due giganteschi muraglioni degli argini? <!--(Un fiume da far rivivere, p. 7)-->
 
===''Roma città aperta''===
"Città aperta" fu la definizione diplomatica alla quale si ricorse nei quaranta giorni badogliani per definire lo "status" giuridico della città, dalla quale erano stati sgombrati comandi e impianti militari. E "città aperta" fu la formula cui fece riferimento la successiva trattativa per la consegna della città, abbandonata da sovrano e governo, ai tedeschi incalzanti. Ancora "città aperta" fu la condizione di Roma richiamata dal Vaticano nella sua azione per stornare da Roma la pressione militare degli Alleati e il possibile tentativo tedesco di farne un campo trincerato. <!--(Introduzione, p. 7)-->
 
==Note==