Andrea Emo: differenze tra le versioni

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*Le soluzioni fallaci e di cui bisogna dubitare sono quelle che distruggono il problema, che lo rendono inutile; quelle vere sono quelle che lo trasformano continuamente lasciandolo vivere. Per cui sono soluzioni fallaci quelle che servono a risolvere tutti i problemi possibili, le soluzioni generiche; che sono appunto quelle che distruggono la particolarità, l'individualità del problema (p. 88)
*L'[[astrazione]] è ciò che vi è di meno antropomorfo, è la negazione dell'antropomorfismo, se riferita e confrontata alla vita, all'io, alla personalità, ecc., ed è però ciò che vi è di più antropomorfo, l'onore supremo dell'uomo; l'idea universale e analitica che costituisce la nostra mente, la nostra ragione. Anche l'astrazione è una contraddizione di cui viviamo e moriamo. (p. 107)
*Il pensiero della [[morte]] è realmente la nera pietra di paragone a cui si provano tutte le convinzioni soddisfacenti e riposanti, è il terreno su cui le edificate dimore crollano. Tutti i nostri pensieri resistono alla sua comparsa solo se sentono con umiltà e nell'umiltà il proprio valore. Solo se i pensieri stessi sentono di poter accettare, senza disonore, la ''propria'' morte. (p. 139)
*Lo sforzo delle razionalità moderne (o sociali) consiste nell'abolire i paradisi perduti, la cui presenza indistruttibile nell'anima della memoria rende risibili e assurdi i paradisi reali, razionali e artificiali. – I paradisi perduti, l'idea di paradiso, è la causa dei nostri inferni, che forse sarebbero tollerabili senza il ricordo. –<br>Tempo e razionalità sono opposti. – Il tempo è l'irrazionale perdetto. – Il tempo, la memoria sono irriducibili alla razionalità. –<br>L'inferno è un paradiso perduto: il tempo è un creatore di inferni appunto perché la memoria è il paradiso e il paradiso un inferno perduto. – Se i morti potessero "essere" sarebbero tutti in paradiso. – (pp. 190-191)
*– Nell'immenso tempio dell'infinito e dell'eternità, l'eternità secolarizzata, quali sono ancora i fiumi, umani e cosmici, i fiumi sempre più disseccati, in cui si battezza la divinità? – Il linguaggio dell'eternità non è più la legge, ma la [[musica]], figlia e madre del tempo, coscienza e follia del tempo. – (p. 193)