Lingua latina: differenze tra le versioni

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→‎Citazioni: Michele Ferrucci
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*Escludete il latino ed il greco dalla vostra [[scuola]] e confinerete i vostri alunni entro angusti interessi limitati alla loro generazione ed a quella immediatamente precedente, tagliando fuori tanti secoli d'esperienza quasi che la razza umana fosse venuta al mondo nel 1500. ([[Thomas Arnold]])
*Il latino, lingua parlata<br>Il prof. Guido Baccelli (1832-1916), medico e uomo politico, usava spesso la lingua latina, perché (diceva), essendo egli romano doveva parlare nella lingua dell'Urbe. Tommaso Tittoni, suo collega al Senato, ricordava che se Baccelli difendeva gli interessi dell'agricoltura esclamava: ''Omnium rerum ex quibus aliquid acquiritur nihil est agricultura melius''. Se proclamava la bonifica delle paludi pontine, apostrofava i colleghi col: ''Siccentur pomptinae paludes tamtunque agri reddatur Italiae''. Propugnava la piccola proprietà col ''Latifundia Italian perdidere''; e riassumeva il suo programma nel riunire ''res olim dissociabiles, principatum ac libertatem''.<br>Era una posa, certo, ma una posa simpatica. Di lui dicevano scherzando: «Cura i suoi pazienti in latino e li manda all'altro mondo in italiano». ([[Dino Provenzal]])
*Il tratto linguistico che contraddistingue in maniera precipua il Medioevo consiste nel ruolo del latino. Questa lingua, che perlomeno dal VI secolo non rappresentava più per nessuno la lingua madre, restava tuttavia la lingua più diffusa fra quelle vive: veniva normalmente parlata da tutte le persone di Chiesa, clero secolari o monaci, quindi da parecchia gente, specie nell'ambito dell'Occidente cristiano. Inoltre, rappresentava l'unica lingua colta: ogni forma di insegnamento intellettuale veniva impartita in latino; si era dotti soltanto se si riusciva a parlare latino; per molto tempo, e ancora intorno al mille, si scriveva praticamente soltanto in latino. ([[Edmond Pognon]])
*L'uso della lingua latina, salvo diritti particolari, sia conservato nei riti latini. (''[[Sacrosanctum Concilium]]'')
*La lingua latina così esatta, così regolata e definita, ha nondimeno moltissime frasi ec. che per la stessa natura loro, e del linguaggio latino, sono di significato così vago, che a determinarlo, e renderlo preciso non basta qualsivoglia scienza di latino, e non avrebbe bastato l'esser nato latino, perocch'elle son vaghe per se medesime, e quella tal frase e la vaghezza della significazione sono per essenza loro inseparabili, né quella può sussistere senza questa. Come ''Georg''., I, 44: ''et Zephyro putris se glaeba resolvit''. Quest'è una frase regolarissima, e nondimeno regolarmente e gramaticalmente indefinita di significazione, perocché nessuno potrà dire se quel ''Zephyro'' significhi ''al zefiro'', ''col zefiro'' ec. Così quell'altra: ''Sunt lacrimae rerum'' ec. della quale altrove ho parlato. E cento mila di questa e simili nature, regolarissime, latinissime, conformissime alla grammatica, e alla costruzione latina, prive o affatto o quasi affatto d'ogni figura di dizione, e tuttavolta vaghissime e indefinibili di significato, non solo a noi, ma agli stessi latini. ([[Giacomo Leopardi]])