Xavier de Maistre: differenze tra le versioni

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*Spettatore effimero d’uno spettacolo eterno, l’[[uomo]] alza per un istante i suoi occhi al cielo, e poi li chiude per sempre! Ma durante quel rapido istante che gli viene concesso, un raggio consolatore, partendo da ciascuno dei mondi, da tutti i punti del cielo, dai confini dell’universo, viene a colpire il suo sguardo per fargli sapere che esiste una relazione tra lui e l’immensità. (XIII; 1999)
*Aveva osservato, nel corso della mia vita, che allorquando io era innamorato secondo il metodo solito, le mie sensazioni non corrispondevano punto alle mie speranze, e la mia immaginazione si vedeva sempre delusa in tutti i suoi piani. Riflettendovi sopra con attenzione pensai che, se mi fosse stato possibile di stendere il sentimento che mi portava all'amore particolare sopra tutto quel sesso che n'è l'oggetto, verrei a procacciarmi dei godimenti inusitati, e senza compromettermi in veruna guisa. Perché, qual rimprovero potrebbe mai farsi ad un uomo che si trovasse dotato di un cuore energico in modo tale da amare tutte le amabili donne del mondo? Sì, madama, io le amo tutte, e non solo amo quelle che conosco, o che spero di conoscere, ma tutte quelle ancora che esistono. Anche più; io amo tutte le donne che hanno vissuto, e quelle che viveranno, senza contarne poi un numero maggiore che la mia immaginazione trae dal niente; e finalmente tutte le donne possibili sono comprese nell'ampio circolo dei miei affetti. (XXIII; 2014, p. 130)
*{{ndr|Sistema del mondo}} Credo insomma che se lo spazio è infinito, sia infinita anche la creazione; e che, nella sua vita eterna e nell'immensità dello spazio, Dio abbia creato un [[Pluralità dei mondi|numero infinito di mondi]]. (XVI; 2009, p. 55)
*Essendo la maggior parte dei nostri piaceri null'altro che un gioco dell'[[immaginazione]], è essenziale offrirle una pastura innocente per distoglierla dagli oggetti ai quali è giocoforza rinunciare, press'a poco come si offrono i balocchi ai bambini, quando si rifiutano loro le caramelle. (XXVII; 1990, p. 104)
*O [[tempo]]!... divinità terribile! non è già la tua falce crudele che mi spaventi, sono i tuoi orridi figli che io temo, l'indifferenza e l'oblio, i quali fanno una lunga morte di tre quarti della nostra vita. (XXVI; 2014, p. 135)
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{{Pedia|Viaggio intorno alla mia camera}}
 
[[Categoria:Militari]]
[[Categoria:Scrittori francesi]]
[[Categoria:Umoristi]]