Cesare Marchi: differenze tra le versioni

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*Le poche volte che scriviamo una lettera – oggi è più comodo telefonare, il telefono non richiede una brutta copia – una fonte di perplessità è l'uso della [[maiuscolo|maiuscola]]. Quando è obbligatoria?. La maiuscola (dal latino ''maiusculus'', che è il diminutivo di ''maius'', più grande, quindi un po' più grande) si mette all'inzio del discorso. Dopo il punto fermo. Nel discorso diretto: «Dove vai?» «Parto per Milano». Coi nomi propri di persona: Luigi, Stefania, la famiglia Brambilla. (p. 70)
*I programmi trimestrali della [[Rai]], compilati su grandi fogli recanti le date di ogni singola trasmissione, le ore e i minuti della durata, le caratteristiche tecniche ecc. si chiamano ''[[palinsesto|palinsesti]]''. Perché questo vocabolo preso in prestito dalla paleografia? Forse perché sono fogli di complicata e confusa scrittura, come quegli antichi manoscritti di pergamena sui quali il testo precedente era stato raschiato, oppure scolorito, e sostituito con altro testo, disposto talvolta in senso trasversale. Così facevano i romani, così si faceva nel Medioevo, dato l'alto costo delle pergamene. la parola, di derivazione greca, è composta da ''pálin'', di nuovo, e dal tema del verbo ''psáo'', raschio. (p. 87)
*Il [[Alfredo Panzini|Panzini]] la definisce «Volgare parola: il suono di Barbariccia, trombettiere (''Inferno'', XXI, 139) ma fatto con la bocca. Il superlativo plebeo dei fischi. Voce di origine napoletana». Questa imitazione del ''crepitus ventris'' ottenuta facendo vibrare rapidamente le labbra esprime, in forma sguaiata, il massimo del dileggio e della provocazione. Pare che derivi dal latino ''vernaculus'', che è l'aggettivo di ''verna'', lo schiavo nato in casa. e quindi qualcosa volgare, plebea, scurrile. Ma a Napoli dove è chiamato pernacchio è una istituzione. Da sempre quella gente ama esprimersi per gesti e suoni: con la canzone l'amore, con la pernacchia il disprezzo. E la pernacchia non è che una Piedigrotta capovolta, il ''Sole mio'' della trivialità. (p. 97)
*Quello delle ripetizioni, delle [[tautologia|tautologie]] (dal greco ''tá autá léghein'', dire le stesse cose) è un campo minato, in cui cadiamo spesso, senza accorgerci. Progetti per il futuro: e quando mai si fanno progetti per il passato? Guglielmo Marconi fu il primo che inventò il telegrafo senza fili: se fosse stato il secondo non sarebbe stato un inventore, bensì un copiatore. (p. 111)