Carl Schmitt: differenze tra le versioni

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Sezioni in ordine alfabetico. / "Nelle desolate vastità di un'angusta cella" così com'e non significa nulla. / "Ho conosciuto le escavazioni del destino, | vittorie e sconfitte, rivoluzioni e restaurazioni, | inflazioni e deflazioni, bombardamenti, | diffamazioni, mutamenti di regime... | fame e freddo, campo di concentramento e cella d'isolamento'': edizione?, traduttore?, numero di pagina? Ma, per caso, si tratta dell'explicit dell'opera?
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==''Ex captivitate salus''==
*''Ho conosciuto le escavazioni del destino, | vittorie e sconfitte, rivoluzioni e restaurazioni, | inflazioni e deflazioni, bombardamenti, | diffamazioni, mutamenti di regime... | fame e freddo, campo di concentramento e cella d'isolamento''.{{c|edizione?, traduttore?, numero di pagina? fonte diretta, indiretta?}}
*{{NDR|Su [[Max Stirner]]}} A considerarlo nell'insieme, Stirner è orribile, sguaiato, millantatore, smargiasso, un goliarda, uno studente degenerato, uno zotico, un egomane, evidentemente uno psicopatico grave. Uno che a voce alta e sgradevole va gracchiando: "Io sono io, nulla mi importa oltre me stesso". I suoi sofismi verbali sono insopportabili. L'eccentricità avvolta in fumo di sigaro della sua bohème da osteria è nauseante. Eppure Max sa qualcosa di molto importante. Sa che l'Io non è un oggetto di pensiero. Così ha trovato il titolo più bello e in ogni caso più tedesco di tutta la letteratura tedesca: L'unico e la sua proprietà. In questo momento Max è l'unico che mi fa visita nella mia cella. Questo, da parte di un egoista rabbioso, mi commuove profondamente.<ref>Da ''Ex captivitate salus'', Köln, 1950, traduzione di C. Mainoldi, con un saggio di F. Mercadante, Milano, 1987, pp. 83-84.</ref>
*''Ho conosciuto le escavazioni del destino, | vittorie e sconfitte, rivoluzioni e restaurazioni, | inflazioni e deflazioni, bombardamenti, | diffamazioni, mutamenti di regime... | fame e freddo, campo di concentramento e cella d'isolamento''.
*L'ultimo rifugio per un uomo tormentato da altri uomini è sempre una preghiera, una giaculatoria al [[Crocifissione di Gesù|Dio crocifisso]]. Nel tormento del dolore, noi lo riconosciamo, ed egli ci riconosce. [[Gesù|Il nostro Dio]] non fu lapidato come [[ebreo]] da ebrei, né decapitato come [[Impero romano|romano]] da romani. Egli non poteva essere decapitato. Un capo nel senso giuridico egli non l’aveva più, perché non aveva più diritti. Morì la morte degli schiavi, la crocifissione, che un conquistatore straniero gli aveva irrogato. Talvolta si aprono d'improvviso le porte della nostra prigionia, e si presenta una via segreta: è una via che conduce all'interno, a molte forme del tacere e di silenzio, ma anche a nuovi incontri e a un nuovo presente. Finché la nostra coscienza rimane congiunta al lavoro della nostra esistenza terrena, un legame nuovo con il passato, una personale coesistenza con i pensatori la cui situazione corrisponde alla nostra, si stabiliscono contatti e colloqui, la forza dei quali sposta le montagne di intere biblioteche e il cui fuoco brucia la falsa autenticità di accumuli giganteschi di materiale... Anime e spiriti ci parlano di persona, di noi, di se stessi. Sto pensando ai poveri uomini sofferenti, uomini in una solitaria situazione di pericolo, simile alla mia vita il cui pensiero sta tutto in questa situazione, così che ben li comprendo e posso esser sicuro che essi mi comprendono.<ref>Pagina 63, edizione Adelphi</ref>
*{{NDR|Su [[Max Stirner]]}} A considerarlo nell'insieme, Stirner è orribile, sguaiato, millantatore, smargiasso, un goliarda, uno studente degenerato, uno zotico, un egomane, evidentemente uno psicopatico grave. Uno che a voce alta e sgradevole va gracchiando: "Io sono io, nulla mi importa oltre me stesso". I suoi sofismi verbali sono insopportabili. L'eccentricità avvolta in fumo di sigaro della sua bohème da osteria è nauseante. Eppure Max sa qualcosa di molto importante. Sa che l'Io non è un oggetto di pensiero. Così ha trovato il titolo più bello e in ogni caso più tedesco di tutta la letteratura tedesca: L'unico e la sua proprietà. In questo momento Max è l'unico che mi fa visita nella mia cella. Questo, da parte di un egoista rabbioso, mi commuove profondamente.<ref>Da ''Ex captivitate salus'', Köln, 1950, traduzione di C. Mainoldi, con un saggio di F. Mercadante, Milano, 1987, pp. 83-84.</ref>
 
==Citazioni su Carl Schmitt==