Karl-Wilhelm Weeber: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
→Citazioni: acquedotti nelle altre città |
→Citazioni: wlink per ombrello, corretto provvisoriamente un refuso. |
||
Riga 19:
*[...] nel mondo romano la [[disoccupazione]] è stata sempre un fenomeno non irrilevante della vita quotidiana, le cui proporzioni variarono a seconda del tempo, luogo e congiuntura economica, con particolare riferimento agli investimenti pubblici nel settore edilizio. I salariati (''mercenarii'', ''operarii'') dovevano prevedere sempre una disoccupazione transitoria: nei loro confronti il principio dello ''hire and fire''<ref>Assumere frequentemente nuovo personale e licenziare quello esistente.</ref> era applicato con una naturalezza davvero spietata; erano spesso pagati a giornata oppure licenziati "naturalmente" alla conclusione dei lavori. (''Disoccupazione'', p. 145)
*Il ''gentleman'' inglese che non muove passo senza il suo ''[[Ombrello|umbrella]]'' probabilmente non sa di servirsi di un oggetto che nell'antica Roma era usato solo dalle donne e soprattutto per proteggersi dal sole, non dalla pioggia: ''umbella'' (più raramente ''umbrella'') e ''umbraculum'' sono diminutivi di ''umbra'', "ombra". Le signore aristocratiche, orgogliose della loro carnagione chiara, usavano infatti ombrelli colorati per proteggersi dal sole. (''Ombrello'', p. 291)
*Gli stabilimenti balneari e termali furono vere e proprie cristallizzazioni della cultura romana del tempo libero. Biglietti d'ingresso a prezzo contenuto e un'ampia offerta di divertimenti attraevano ogni giorno alle [[Terme romane|terme]] – aperte per lo più da mezzogiorno a sera – migliaia di Romani. Vi facevano il bagno schiavi e senatori (che tuttavia avevano spesso nelle ville di campagna il loro bagno privato), donne e uomini. (''Tempo libero'', p. 394)
*Ciascuno {{NDR|nelle terme}} poteva raggiungere la beatitudine nel modo a lui più confacente. Fare il bagno e la sauna, giocare a palla, curarsi il corpo, mangiare e bere, chiacchierare con gli altri frequentatori delle terme, ascoltare i discorsi, leggere nella biblioteca
*Se è vero che la cosa più bella della scuola sono le vacanze, gli scolari romani avrebbero dovuto apprezzarle ancor più di quelli contemporanei: i giorni liberi durante un anno scolastico romano erano infatti molti di meno. (''Vacanze scolastiche'', p. 416)
|