Indro Montanelli e Roberto Gervaso: differenze tra le versioni

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*[...] {{NDR|Tycho Brahe}} era, malgrado il naso, uno studioso serio che lasciò alla Scienza un prezioso patrimonio di accertamenti e le aprì molte strade. Ma rifiutava Copernico. La terra, per lui, restava il centro del Creato. (cap. 19, 2009, p. 220)
*[[Galileo Galilei|Galileo]] si presentò {{NDR|a Roma, per il suo processo}} il 12 aprile 1633, e fu subito dichiarato in stato d'arresto. [...]. Al primo interrogatorio gli chiesero se si riconosceva colpevole. Rispose di no. Ma alcuni giorni dopo ammise di aver esposto la dottrina copernicana con più vigore di quella tolemaica, e si offrì di purgare il testo e di fare penitenza. Negli interrogatori successivi dichiarò che dall'editto del 1616 aveva smesso di dubitare della validità del sistema tolemaico, e ormai anche lui era arciconvinto ch'era il Sole a girare intorno alla Terra, non viceversa. Qualcuno dice che gli avevano strappato questa menzogna con la tortura. Con la tortura, no. Ma con la minaccia della tortura – ch'è già di per se stessa una tortura –, è probabile. (cap. 23, 2009, p. 230)
*L'Inquisizione proclamò Galilei colpevole di eresia e gl'impose di rinnegare le sue teorie. Per quell'uomo orgoglioso dovett'essere terribile pronunciare, inginocchiato, l'atto di ritrattazione: «Con cuor sincero e fede non finta abiuro, maledico e detesto li suddetti errori et heresie... e giuro che per l'avvenire non dirò mai più né asserirò, in voce o per iscritto, cose tali per le quali si possa haver di me simil sospitione, ma se conoscerò alcun heretico o che sia sospetto d'heresia, lo denuntiarò a questo Santo Offizio...». Dopodiché il Tribunale gl'inflisse la prigione «per un periodo da determinarsi a nostro piacere», e come penitenza, per tre anni, la recitazione quotidiana dei sette salmi penitenziali. Il Papa {{NDR|Urbano VIII}} non volle firmare la sentenza. Forse aveva tentato di addolcirla, ma i gesuiti gliel'avevano impedito. (cap. 23, 2009, pp. 230-231)
*Checché ne dicano i suoi esaltatori, il [[barocco]] è aria fritta. Fritta – qualche volta – benissimo, con grande maestria, ma sempre inficiata dal virtuosismo di mestiere. Le manca l'anima. Ed anzi è proprio per nascondere questo vuoto che si abbandona a quell'orgia di forme e di colori, a quella teatralità di sfondi, a quei contorsionismi muscolari nella scultura, a quella solennità scenografica nell'architettura. (cap. 23, 2009, p. 263)
*Il barocco è un'arte ricca che nasce nei Paesi poveri. Non a caso la sua culla sono l'Italia e la Spagna. (cap. 23, 2009, p. 263)