André Frénaud: differenze tra le versioni

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*''Chi puoi proteggere, madonna adorata, | dalla cieca miseria? | Il tacchino che si spidocchia sotto le sacre immagini | o la donna gravida nell'armadio a specchiera? | Ci vorrebbe il mare! | O che discendesse da [[Posillipo]] un'onda azzurra di cielo! | Essa dovrebbe salire le scalinate rischiarandosi, | carica di torce azzurre e di dolcezza; | e illuminare i poveri, penetrare nelle nostre contrade, | al fine di renderci diversi e di affermarci! || Ahimè! chi potrebbe esaudirci! | Potenti divinità si sono nascoste laggiù | sotto le colonne spezzate vicino al mare. || Il santo barocco s'è contorto impotente. | Le parole del poeta sono inutili.'' (da ''Le strade di [[Napoli]]'', Napoli-Parigi, settembre-ottobre 1959<ref>In ''Non c'è paradiso, Poesie 1943-1982'', a cura di [[Ornella Sobrero]], Fondazione Piazzolla, Roma, 1955, p. 173.</ref>)
*''Dov'è il mio paese? [...] | A [[Genova]] alla Maddalena nei popolosi salotti | in cammino sotto i grandi uccelli d'azzurro | stagliati dai fastigi delle alte dimore | nello splendor dell'estate.'' (da ''Dov'è il mio paese?''<ref>In ''Il silenzio di Genova e altre poesie'', pp. 88-89.</ref>)
*''O [[Parigi]], mia mandorla | azzurra amara, | mia riserva sognatrice, | sin nelle pietre | del tuo seno | mie dolci graminacee, | i tuoi mercanti di colori | alberi della mia voce viva | e il tuo cielo marcescente, | mio elmo incantato.'' | ''a George Meyzargues'' (da ''Parigi''<ref>In ''Non c'è paradiso, Poesie 1943-1982'', p. 85.</ref>)
*{{NDR|Su [[Genova]]}} ''Tutto era bonomia e ispirava fiducia | come il colore del peperone. | Il negro americano, l'amicone pronto al riso, | deposto con fragore anticamente | dal mare alluvionale nel porto attraente | e ancora in giro per gli angusti carrugi, | le prostitute poliglotte le belle poppe | che sanno la lingua d'ognuno, | tutta la gente che inganna la vita nei quartieri bassi, | quella che sfida, quella che tace egualmente ostinata, | i palazzi con gli alti portoni chiusi, le alberature, | le gru stagliate, se si sale si vedono, | e, più in alto, il mare.'' (da ''Il silenzio di Genova''<ref>In ''Il silenzio di Genova e altre poesie'', p. 15.</ref>)