Giovanni Stefano Menochio: differenze tra le versioni

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*Quanto alla Religione, Giovanni de Barros citato dice, che quella [[Regina di Saba|Regina]] fù idolatra, & il medesimo accennano molti Santi Padri, S. Gio: Grisostomo, S. Hilario, S. Gregorio Nisseno, & altri. Io per me inclino più al parere di quelli, che la paragonano, e la numerano con Ruth Moabitide; con Raab Cannanea, e con Hiram Rè di Tiro, & altri simili, i quali, se bene non furono di natione Ebrei, ad ogni modo venerarono il vero Dio, il che pare si possa argomentare da quelle parole piene di pietà e religione verso il vero Dio, che habbiamo 3. Reg. 10. 9. (da ''Centuria Terza'', p. 340)
*Così un figlio illegittimo di [[Ulisse]], e di Circe se non scelerato di costumi, almeno sfortunato, del quale, perche inavvedatamente uccise il padre, dice [[Orazio|Oratio]] lib. 3. carmin. ode 39. ''Telegoni juga parricida''. hebbe molto convenientemente questo nome di [[Telegono]], che vuol dire nato in paese lontano, ò quello, che fà al nostro proposito nato nell'ultimo luogo fra i suoi fratelli. (da ''Centuria Terza'', p. 365)
*L'uso dell'[[antimonio]] era ordinato à far comparire nere le ciglia, come dice il Mercuriale nel lib. 2. de compositione medicamentorum al cap. 8. con queste parole: ''Antimonio non sunt usi majores nostri ad purganda corpora, sed solum ad ornandos oculos, ad denigranda supercilia''. Dioscoride nel lib. 5. capit. 53. dice, che l'Antimonio dilata gli occhi, e che però se gli dà quest'epiteto di ''platyophthalmon'', nella lingua greca, che è tanto, come dire, che hà facoltà di far comparire gli occhi maggiori di quello, che sono, credo con il giro, chi si fà ne' cigli tinti di nero con questo minerale. (da ''Centuria Terza'', p. 371)
*In più d'un luogo dell'Evangelio si legge quel detto di Christo: ''[[Nemo propheta in patria|Nemo propheta est acceptus in patria]]'', cioè in S. Matteo al cap. 13. in S. Marco cap. 6. in S. Luca cp. 4. S. Giovanni pure al capo quarto. Veramente provò Christo ciò esser vero in Nazaret patria sua, dove era stato allevato, perche li suoi cittadini dicevano di lui parlandone con maraviglia insieme, e con dispreggio. (da ''Centuria Quarta'', p. 453)
*La lettera [[Ypsilon|Ipsilon]] maiuscola si fà con due corna, per chiamarla così, uno de' quali è largo, e spatioso, ma finisce in stretto; al contrario l'altro, che è il destro, con essere angusto nel principio, nel fine si và dilatando. Questa lettera diceva [[Pitagora]], che era simbolo della strada, che fanno tanto li virtuosi, e buoni, quanto quelli, che si danno in preda al vitio, e questo pensiero fù espresso con quei versi assai vulgati. (da ''Centuria Quarta'', p. 569)