Cesare Marchi: differenze tra le versioni

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*La locuzione completa è ''de cuius hereditàte àgitur'', della cui eredità si tratta. Il ''[[de cuius]]'', in altre parole è il testatore. Estratta dalla cassaforte una busta, generalmente gialla, il notaio legge ai condolenti, reduci dalla mesta cerimonia, ancora odorosi di candele, le ultime volontà del morto. (p. 57)
*[[Festina lente|Affrèttati lentamente]]. Sembra, e formalmente è, una contraddizione in termini, non essendo pensabile che fretta e lentezza vadano d'accordo. Si tratta d'una figura retorica, detta [[ossimoro]], che unisce due termini antitetici per conferire provocante vivezza al pensiero (come ghiaccio bollente, convergenze parallele). Nella sostanza, il paradosso contiene una verità, e cioè che chi desidera arrivare alla meta prefissa deve evitare ogni precipitosa improvvisazione. (p. 86)
*Nell'anno 312 [[Costantino I|Costantino]], durante la campagna contro [[Massenzio Masia|Massenzio]], ordinò che sugli scudi dei suoi soldati fosse inciso il monogramma di Cristo. Perché? Lo scrittore Eusebio dice che egli avrebbe avuto, mentre si trovava in Gallia, la visione d'una croce con la scritta ''[[In hoc signo vinces]]'', con questo segno vincerai. Invece [[Lattanzio]] parla d'un sogno fatto da Costantino proprio alla vigilia dello scontro con Massenzio, a Ponte Milvio. A Ponte Milvio, com'è noto, vinse Costantino, che inaugurò una politica in favore dei cristiani, fino allora perseguitati dal paganesimo di Stato. Il cristianesimo fu riconosciuto ufficialmente in tutto l'impero e ai cristiani furono restituiti i beni confiscati. (pp. 122-123)
*Sui promontori rocciosi di Abila (Ceuta) e Calpe (Gibilterra), che formano lo stretto fra Europa e Africa, Ercole avrebbe scritto, secondo la leggenda, le parole ''[[Non plus ultra]]'' segnando, con quelle che furono poi chiamate le Colonne d'Ercole, i confini del mondo. Nessun navigatore doveva oltrepassarli. La locuzione si usa enfaticamente, specialmente dai rappresentanti di commercio, per indicare un prodotto che ha raggiunto il massimo della perfezione: oltre non si può andare. (p. 166)
*Una formula latina, usata in Inghilterra nel XV secolo, stabiliva il numero dei giudici dei quali (latino ''quorum'', genitivo plurale maschile del pronome relativo ''qui'') era necessaria la presenza per la validità del procedimento. Il ''[[quorum]]'' poi passò nel linguaggio elettorale, a indicare il numero dei voti necessario perchè un candidato sia eletto consigliere comunale, provinciale, regionale, deputato, senatore. Chi non raggiunge il ''quorum'', viene bocciato. E se non è corazzato contro i colpi della sfortuna, udita la brutta notizia, può anche morire di creaquorum. (pp. 203-204)