Mattia Perin: differenze tra le versioni

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*Da ragazzino nella mia città, Latina, mi prendevano in giro, mi chiamavano il "piccoletto". Ai giardini del mio quartiere, il Q4, mi arrampicavo sulla sbarra dalla mattina alla sera, sperando nel "miracolo": allungarmi un po'... Ma fino a 13 anni ero un metro e 65 e ai provini l'Empoli e l'[[Football Club Internazionale Milano|Inter]] mi bocciarono per via dell'altezza, anzi della bassezza. [...] Dopo quelle bocciature venni "promosso" dalla Pistoiese. Tutti a dirmi: "È un club importante ma di C, dove vai? Resta a casa"... Io, invece, dopo la terza media parto deciso per Pistoia e a 16 anni quando il [[Genoa Cricket and Football Club|Genoa]] mi ha selezionato tra altri nove portieri, ero cresciuto di venti centimetri. Un giorno mi misuro ed ero come adesso, 1 metro e 86. La sbarra dei giardini aveva funzionato.
*I miei gestivano un [[bar]] e d'estate gli davo una mano per guadagnarmi la paghetta. Fin da piccolo mi hanno insegnato che nessuno ti regala niente, che solo se sudi e ti [[Impegno|impegni]] ce la puoi fare. Da solo, non basta neppure il [[talento]], perché pure quello va allenato, altrimenti non ti potrà servire per sempre.
*Il Genoa è grande in tutto, a cominciare dal pubblico. Se sei un portiere e non hai mai giocato con le spalle rivolte alla [[Stadio Luigi Ferraris|Gradinata Nord]] non puoi capire che energia che arriva da lì, sembrano in 90mila... Quella spinta dei nostri tifosi io non l'ho avvertita in nessuno degli stadi delle "grandi".
 
{{Int2|''[https://www.rivistaundici.com/2015/07/21/giocare-con-le-mani/ Giocare con le mani]''|Dall'intervista di Daniele Manusia a ''Undici'' nº 5; citato in ''Rivistaundici.com'', 21 luglio 2015.}}