Benvenuto Cellini: differenze tra le versioni

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[[File:Cellini_-_La_vita_di_Benvenuto_Cellini,_1866.djvu|page=5|thumb|Edizione del 1866]]
===[[Incipit]]===
Tutti gli uomini d'ogni sorte, che hanno fatto qualche cosa che sia virtuosa, o sí veramente che le virtú somigli, doverieno, essendo veritieri e da bene, di lor propia mano descrivere la loro vita; ma non si doverrebbe cominciare una tal bella impresa prima che passato l'età de' quarant'anni.
:Questa mia Vita travagliata io scrivo<br />per ringraziar lo Dio della natura<br />che mi diè l'alma e poi ne ha 'uto cura,<br />alte diverse 'mprese ho fatte e vivo.<br /><br />Quel mio crudel Destin, d'offes'ha privo <br />vita, or, gloria e virtù più che misura,<br />grazia, valor, beltà, cotal figura<br />che molti io passo, e chi mi passa arrivo.<br /><br />Sol mi duol grandemente or ch'io cognosco <br />quel caro tempo in vanità perduto:<br />nostri fragil pensier sen porta 'l vento.<br /><br />Poi che 'l pentir non val, starò contento<br />salendo qual'io scesi il Benvenuto<br />nel fior di questo degno terren tosco.
 
Io avevo cominciato a scrivere di mia mano questa mia Vita, come si può vedere in certe carte rappiccate, ma considerando che io perdevo troppo tempo e parendomi una smisurata vanità, mi capitò inanzi un figliuolo di Michele di Goro dalla Pieve a Groppine, fanciullino di età di anni XIII incirca ed era ammalatuccio. Io lo cominciai a fare scrivere e in mentre che io lavoravo, gli dittavo la Vita mia; e perché ne pigliavo qualche piacere, lavoravo molto piú assiduo e facevo assai piú opera. Cosí lasciai al ditto tal carica, quale spero di continuare tanto innanzi quanto mi ricorderò.
 
===Citazioni===