Alfred Edmund Brehm: differenze tra le versioni
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*Ad un tratto la terra treme - un leone ruggisce a breve distanza! Ora giustifica ben egli il suo nome di ''Esseb'', colui che mette sgomento, poiché un vero sgomento e la più grande costernazione si manifestano nella seriba. Le pecore, fuori di sé, vanno a dare del capo contro la siepe spinosa, le capre belano lamentevolmente, le vacche si ammucchiano confusamente, il camello per fuggire cerca d'infrangere la sua catena, e i cani più gagliardi che lottano colle iene e coi leopardi ululano lamentevolmente e si rifugiano angosciosamente implorando protezione dal padrone. [...] Con un poderoso salto quel forte supera il muro spinoso di due o tre metri per scegliersi una vittima. Un solo colpo della terribile zampa fa stramazzare una giovenca di due anni: le tremende mandibole rompono la colonna vertebrale dell'animale che tenta resistere. La belva azzanna con cupo brontolio la preda, i grandi occhi sfavillano della voluttà della vittoria e dell'ingordigia della rapina, la coda flagella l'aria. Un minuto abbandona l'animale spirante e di nuovo lo azzanna finché non si muova più. Allora s'avvia alla ritirata. (p. 235)
*Non si può descrivere l'effetto prodotto dalla voce del re sopra i suoi sudditi. La iena che urlava tace all'istante, il leopardo smette di grugnire, le scimmie cominciano a brontolare forte e salgono piene di terrore sino ai più alti rami. Nel gregge belante regna un silenzio di morte; le antilopi si precipitano in sbrigliata fuga attraverso le boscaglie; il camello carico trema, non ubbidisce più al richiamo del suo conduttore, getta giù il carico, il cavaliere, e cerca la sua salvezza in una fuga frettolosa; il cavallo s'impenna, sbuffa, dilata le narici e si precipita indietro; il cane non avvezzo alla caccia guaisce e cerca un rifugio presso il padrone. [...] E l'uomo persino, che per la prima volta, nella notte della foresta vergine, ode rintonare quella voce, si domanda se sarà abbastanza audace per affrontare chi emette un simile rombo. Il medesimo senso d'angoscia prodotto dal ruggito del leone si impadronisce anche degli animali che hanno sentore della sua presenza per mezzo d'un altro senso, cioè lo fiutano senza vederlo: sanno tutti che l'avvicinarsi del leone per loro significa morte. (p. 236)
*{{NDR|Sul [[leone]]}}
*Il [[leone]] preferisce gli animali più grossi ai piccoli, sebbene non dispregi nemmeno questi, quando gli passano vicino. Si dice che talvolta si debba contentare di locuste. Tutti gli animali che vivono coll'uomo, le zebre selvatiche, e tutte le antilopi, ed il cinghiale, sono in ogni circostanza il suo principale cibo. (p. 241)
*Insieme con il leone, la [[tigre]] (Panthera tigris, spesso denominata Felis tigris) è fra tutti i felini il più perfetto: nessun altro rappresentante della famiglia unisce al par suo bellezza e ferocia: fiera formidabile e terribile, non rifugge, come il leone, dai luoghi abitati dall'uomo, che anzi provoca con astuzia e accortezza. ({{c|edizione?}} p. 539)
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