Odissea: differenze tra le versioni

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→‎Libro XI: + 1 dall'edizione Einaudi 1989
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**''O divino Odisseo, non abbellirmi la [[morte]]. Sappi che piuttosto che il re dei morti preferirei essere l'ultimo servo dei vivi''.<ref>Citato in [[Luciano De Crescenzo]], ''I pensieri di Bellavista'', Mondadori, 2005, [http://books.google.it/books?id=A_p0lGvEhH0C&pg=PA191#v=onepage&q&f=false p. 191]. ISBN 88-04-53961-5. Nella traduzione di Pindemonte la corrispondenza è coi versi 613-617.</ref>
*''Costei ''{{NDR|Clitennestra}}'', che tutta del peccar sa l'arte | Sé ricoprì d'infamia, e quante al mondo | Verranno, e le più oneste anco, ne asperse.'' (Agamennone a Odisseo, nel racconto di Odisseo alla corte dei Feaci: 1961, vv. 549-551)
*''E poi conobbi la grande forza d'[[Eracle]], | ma la parvenza sola: lui tra i numi immortali | gode il banchetto, possiede Ebe caviglia bella, | figlia del gran Zeus e d'Era sandali d'oro.'' (L'evocazione dei morti: 1989, vv. 601-604)
*''Fuori dall'Erebo si affollano le anime travolte da morte: | giovani donne e ragazzi con vecchi che | molto soffrirono;anche fanciulle tenere con fresco dolore nell'anima; | molti feriti dalle aste con la punta di bronzo; | guerrieri uccisi in lotta con armi intrise di sangue. | Molti, spingendosi tra loro, intorno alla buca | gridavano orribilmente ghiacciandomi di orrore. | Quindi spinsi subito i compagni ed ordinai di scannare le bestie con il bronzo spietato | scuoiandole per arderle supplicando gli dèi: l'invincibile Ade e la terribile Persefone. | Intanto io sfoderavo la spada affilata dall'anca | e sedendo non lasciavo avvicinare al sangue, | prima d'interrogare Tiresia, i teschi esangui dei morti.'' (Odisseo agli inferi: 2014)