Giovanni Stefano Menochio: differenze tra le versioni

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*E noto assai, e celebre il fatto di [[Sansone]], che fatto prigione da' [[Filistei]], privato del lume degli occhi, in varie maniere maltrattato, e schernito, alla fine dalla rovina del Tempio di Dagon da lui procurata con scuottere le colonne, insieme con gl'inimici del suo pupolo rimane oppresso. Habbiamo quest'historia nel cap. 16. del libro de' Giudici, dove si racconta che essendo per tradimento di Dalida fatto prigione, e tenuto per qualche tempo in carcere, occupato in girare la mola da mano, con la quale si macinava il formento, finalmente un giorno solenne, nel quale havevano fatto sacrifici al loro idolo Dagon, e poi convito, venne loro voglia di far condurre alla presenza de' convitati il loro prigione, e pigliarsi piacere di vederlo in quello stato, e fargli anco degli insulti per vendetta de' danni, che da lui havevano ricevuti. Sansone colà condotto, accostandosi a due colonne principali, che sostenevano l'edificio, di tal maniera le scosse, che rovinò il Tempio con morte di molti, frà quali fù anco l'istesso Sansone autore di quella rovina. (da ''Centuria Terza'', p. 307)
*[[Teodoreto di Cirro|Teodoreto]] nell'historia de' Santi Padri al cap. 26. parlando di [[Simeone Stilita il Vecchio|S. Simeone Stilita]], che, come habbiamo detto altrove, habitava sopra d'una colonna, e concorreva molta gente da diverse parti per vederlo, conciosiache la sua vita era un continuo miracolo, e racconta quest'autore, che fù, chi osservò, e numerò quante volte dentro lo spatio d'un'hora s'inginocchiò ad adorare la maestà di Dio, con toccare il suolo di quel poco piano, sopra del quale stava sempre in piedi, e furono milleducento, e quarantaquattro, e più ancora, perche si stancò chi numerava, non istancandosi chi faceva quelle profondissime riverenze. (da ''Centuria Terza'', p. 322)
*L'anno settimo della legge [[Mosè|Mosaica]] si chiamava anco [[anno sabbatico (lavoro)|Sabbatico]], perche si come Iddio, come habbiamo nella Genesi, sei giorni operò, & il settimo giorno, cioè il Sabbato, si riposò, così commandò, che li Giudei sei anni coltivassero la terra, & il settimo cessassero da ogni coltura. Questa legge l'habbiamo nel Levit. cap. 25. 2. (da ''Centuria Terza'', p. 334333)
*Haveva questo [[anno sabbatico (lavoro)|anno Sabbatico]] quattro privilegii. Il primo era, che non potevano li Giudei quell'anno seminare i campi, ò mietere, potare le viti, ò vendemmiare, ma si lasciava, che le vigne, & i campi riposassero, come si dice nel luogo citato del Levitico, e nell'Esodo cap. 23. 10. [...] Così commandò Dio per più cagioni. Primieramente, perche li Giudei non fossero più di quello, che conviene, solleciti nel provedersi delle cose del vitto, ma imparassero a dipendere dalla divina providenza. Secondo, acciocche quel settimo anno fosse simbolo, e memoriale del giorno settimo, nel quale il Signore si riposò dall'opera della creazione del mondo. Quarto, acciocche li poveri in quell'anno settimo godessero de' frutti, che la terra non coltivata producea spontaneamente conforme a quello, che commandava la legge dell'Esodo al luogo citato, cioè cap. 23. 10. (da ''Centuria Terza'', pp. 333-334)
 
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