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*{{NDR|Su [[Tiberio]]}} Rinunciò a ogni personale esercitazione con le armi e i cavalli, lasciò l'abbigliamento romano e si vestì alla greca, con sandali e mantello. In tale attitudine passò due anni, ora malvisto e disprezzato dagli abitanti dell'isola che abbatterono le sue immagini e statue presenti nel luogo. (da ''Tiberio'', p. 81)
*Dopo lunghi anni di ritiro gli fu concesso di tornare a Roma a patto che si disinteressasse della vita politica. Andò allora ad abitare all'[[Esquilino (rione di Roma)|Esquilino]], il quartiere dei ricchi e dei nobili, presso i giardini di [[Gaio Cilnio Mecenate|Mecenate]]. (da ''Tiberio'', p. 81)
*[[Galba]] ora non esitò più. Raccolse soldati quanti più poté, fece leva anche tra le popolazioni locali e tra i notabili di quella provincia. Inoltre, con spregiudicata astuzia, si procurò i ritratti di molti personaggi che erano stati fatti giustiziare da [[Nerone]] e li fece esporre, in odio all'imperatore, intorno a una tribuna da dove arringò la folla e il suo nuovo esercito. (da ''Galba'', p. 175)
 
==[[Incipit]] di ''Augusto. Braccio violento della storia''==