Nikita Sergeevič Chruščёv: differenze tra le versioni

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*La [[Georgia]] è l'angolo di paradiso nell'Unione Sovietica. Ha un clima caldo, ideale per la coltivazione degli agrumi e dei vignetti. Anche da un punto di vista umano vi sono numerose attrattive. Naturalmente è difficile per un georgiano di scarse risorse abbandonare la sua terra, e molte sono le tentazioni per i profittatori. I vizi così diffusi tra gli elementi instabili della Georgia sarebbero presenti in qualsiasi altro gruppo etnico che vivesse nelle stesse condizioni. Ho perfino sentito le mie guardie lamentarsi: I georgiani sono dappertutto, e dovunque si vada li si trova a fare i profittatori. A ciò rispondo sempre che se i russi vivessero in Georgia farebbero esattamente lo stesso. (pp. 323-324)
*Kaganovic era meno attraente di Voroscilov, ma come capacità di lavoro era un vero turbine, lavorava al di là del possibile. Si trattava senza riguardi e non si concesse mai un momento di riposo. Tutto il suo tempo era dedicato al partito. Era sì un arrampicatore, ma questo è un altro discorso. (p. 327)
*Non appena Stalin si era ammalato, Beria cominciò a vomitare odio contro di lui, a schernirlo alla presenza di tutti. Starlo a sentire era semplicemente intollerabile. Ma, cosa abbastanza interessante, appena Stalin mostrò di aver ripreso conoscenza, facendo così pensare a una possibile guarnigione, Beria si gettò in ginocchio accanto a lui, gli prese la mano e cominciò a baciarla. Quando Stalin perse di nuovo conoscenza e chiuse gli occhi, Beria si alzò in piedi sputando. Ecco il vero Beria, traditore anche verso Stalin, che tutti pensavamo ammirasse e perfino adorasse, e su cui ora sputava. (p. 338)
*Avevo cominciato a considerarlo uno che si era scavato la sua via nel partito come un verme. [...] Beria era un lupo travestito d'agnello, che si era conquistato astutamente la fiducia di Stalin ed era riuscito ad assicurarsi, con l'inganno e il tradimento, un'elevata posizione. (p. 339)
*{{NDR|Su Lavrentij Pavlovič Berija}} Già da molto tempo avrei dovuto sapere che egli non era comunista. Lo consideravo uno sleale opportunista che non si sarebbe fermato di fronte a nulla pur di ottenere ciò che voleva. Dal punto di vista ideologico la sua non era una posizione da comunista. Era un macellaio ed un assassino. (p. 345)
*Consideravo Molotov un esperto di politica internazionale. Spesso trattava in mia presenza problemi di politica estera, dimostrando sempre competenza, logica e vigore. (p. 328)
*Difficilmente Stalin si sarebbe affidato a lui. Kaganovic era talmene accondiscendente, che avrebbe tagliato la gola anche a suo padre se Stalin glielo avesse ordinato in nome della causa, cioè della causa stalinista. Ma Stalin non ebbe mai bisogno di stringere le briglie a Kaganovic; egli è sempre stato un detestabile adulatore, pronto a denunciare nemici e a far arrestare un sacco di gente a destra e a sinistra. (p. 368)