Luigi Capuana: differenze tra le versioni

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*Ebbi rimorsi di non essermi sentito Siciliano abbastanza; di avere esagerato anch'io i difetti del carattere isolano, e di avere apprezzato equamente pregi e particolari ogni volta che, interrogato, avevo dovuto ragionare; ebbi rimorso di non aver difeso clamorosamente, e senza sciocche gonfiezze di amor provinciale, la Sicilia, quando l'avevo sentita mal giudicata o calunniata... cosa non rara purtroppo! (da ''L'isola del sole'' – proemio, ''Gioannotta'' ed., Catania, 1914)
*È il cuore della città. La gente vi s'affolla da tutte le parti, continuamente, secondo le circostanze e le ore della giornata, e si riversa dai suoi quattro sbocchi, stavo per dire nell'aorta e nelle arterie del grande organismo tanto la sua rassomiglianza colle funzioni del cuore è evidente. Tutte le pulsazioni della vita cittadina si ripercuotono qui. Quando pare che anche qui ogni movimento sia cessato, dai grand'occhi di cristallo del pavimento può scorgersi che nei suoi sotterranei ferve sempre il lavoro, quasi che in questo centro vitale l'attività non possa mai addormentarsi e prosegua senza coscienza, proprio come nell'organismo vivente che abbandonasi al sonno. Gli ultimi urli degli scapati che tornano a casa con l'alba si confondono, sotto la grande vôlta di cristallo, col rumore dei passi dei primi operai che s'avviano al lavoro, o dei contadini che l'attraversano per andare al mercato coi nasi all'aria e colla bocca aperta, sbattendo sul pavimento di marmo le enormi bullette delle loro scarpe o i loro zoccoli poderosi. <ref> Da ''La Galleria Vittorio Emanuele'', in ''Primavera e altri racconti''. [http://www.digitami.it/opera.do?operaId=30&visual=img&paginaN=3]</ref>
*La signorina [[Grazia Deledda|Deledda]] fa benissimo di non uscire dalla sua Sardegna e di continuare a lavorare in questa preziosa miniera, dove ha già trovato un forte elemento di originalità. I suoi personaggi non possono esser confusi con personaggi di altre regioni; i suoi paesaggi non sono vuote generalità decorative. Il lettore, chiuso il libro, conserva vivo il ricordo di quelle figure caratteristiche, di quei paesaggi grandiosi; e le impressioni sono cosi forti, che sembrano quasi immediate, e non di seconda mano, a traverso un'opera d'arte. (da ''Gli ismi contemporanei'')
*Quando l'artista riesce a darmi il personaggio vivente davvero, non so chiedergli altro e lo ringrazio. Mi pare ch'egli m'abbia dato tutto quello che dovea. Pel solo fatto di esser vivente, quel personaggio è bello, è morale; e, se opera bene e se predica meglio, non nuoce: torno a ringraziar l'artista del di più. E al pari del personaggio amo viva l'azione. L'azione allo stesso modo, pel solo fatto di esser vivente è bella, è morale; non bisogna pretendere l'assurdo. Sotto la veste dell'artista, convien rammentarselo, c'è sempre più o meno un pensatore. Se questi fa capolino un po' più dell'altro, tanto meglio; è quel che ci vuole a questi benedetti lumi di luna. Ma se si dovesse scegliere ad ogni patto, o l'uno o l'altro, io non esiterei, trattandosi di teatro, a sceglier l'artista. (da ''Il teatro italiano contemporaneo'')