Daniello Bartoli: differenze tra le versioni
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==Citazioni di Daniello Bartoli==
*Qui solo un contrasegno ci manca ad averli tutti in pruova d'esser noi su la sterile riva del tanto ricantato e temuto [[Lago d'Averno|Lago Averno]]: ciò che altro e Istorici e Poeti hanno scritto di lui, qui si riscontra col vero, e ce ne fan piena fede i nostri occhi. Ecco il continuato cerchio de' monti, nel cui profondissimo centro il Lago s'avvalla, e vi riman sì fattamente soppresso che sia verno sia state, nasca o tramonti, o s'alzi al circolo meriggiano il Sole, mai non vi può sì che il vegga pure con un riflesso di luce, o sia da lui veduto: perciò questa infelice acqua nel malinconico bruno che sempre mostra par che abbia le tenebre dell'inferno stemperatevi dentro per più annerarla. Ecco le folte selve che gli si addensano intorno, e di nuovo anch'esse l'acciecano, raddoppiandogli l'ombre. Egli da ogni parte serrato non ha per dove menar fuori pure un sottil filo d'acqua, e muoversi come vivo; ma tutto fra le sue rive ristagna, tutto entro a sé medesimo impaluda, e come un cadavero d'acqua impuzzolisce. De' Cimmerj che v'han loro alberghi vicino, non posso altro che accennar col dito, e dirvi, colà nelle loro caverne sotterra si stanno: se vivi o morti, non se ne sa il vero; perché la medesima che loro è casa è sepolcro. Ben da quest'altro lato vi sarà agevole a ravvisare in quella gran fenditura di monte la scura e paurosa bocca, o più tosto voragine, in cui convien che si gitti chi ha cuore di mettersi per entro le viscere della terra, e calar giù vivo se puó a' Campi Elisi, se no, ed è più verisimile, all'Inferno.<br>Sol dunque ci manca il veder qualche incauta torma d'uccelli volar per quest'aria che soprastà e cova sul Lago, e in entrarvi e attrarre il pestilente vapor che n'esala, avvelenarsi, e tempestar giù, non so se tramortiti o morti. Ma il tanto indugiarci in su questa infelice proda al fetor del zolfo che ci morde il celabro, e ci strangola, sarebbe un pagar la curiosità troppo caro.<ref>Da ''La geografia trasportata al morale'', Giacinto Marietti, Torino, 1839, [https://books.google.it/books?id=N-pLAAAAYAAJ&dq=&pg=PA343#v=onepage&q&f=false p. 343].</ref>
*Le gran [[cambiamento|mutazioni]] si vogliono imprendere con gran consiglio e andar lento per andar sicuro: altrimenti, invece d'un bene da savio, due mali da pazzo s'incontrano, che sono determinare senza giudicio e pentirsi senza rimedio. (da ''La missione al gran {{sic|Mogor}}'')<ref name=vallardi>Citato in ''Frasi celebri della letteratura italiana'', Vallardi, Milano, 1994, p. 41. ISBN 88-11-93614-4</ref>▼
*Le [[spina|spine]] sono a cento per una delle rose. (da ''L'uomo al punto'')<ref name=vallardi/>▼
▲*Le gran [[cambiamento|mutazioni]] si vogliono imprendere con gran consiglio e andar lento per andar sicuro: altrimenti, invece d'un bene da savio, due mali da pazzo s'incontrano, che sono determinare senza giudicio e pentirsi senza rimedio. (da ''La missione al gran {{sic|Mogor}}'')
Il mare Atlantico, tempestato da' venti, che sopra lui le implacabili loro inimicitie disfogano, avvenutosi nello stretto di Gibilterra, colà ove l'Africa, e l'Europa s'affrontano, quivi entro si caccia, ''Eliso fluctu irrumpens'' (dice il Filosofo) ''ut dicere eum possis, in porto se recipere''; e quanto puo, allargandosi, viene a far questo nostro Mediterraneo, in cui, per la strettezza de' liti, e per le tante isole che l'interrompono, i venti hanno al piu uno steccato in cui azzuffarsi a duello, non come colà nell'oceano, una campagna aperta dove accamparsi, e far battaglia.▼
▲*Le [[spina|spine]] sono a cento per una delle rose. (da ''L'uomo al punto'')
*Le [[verità]] più utili a sapersi, sono ancora le più facili ad intendersi. (da ''Della ricreazione del savio'')▼
*Una sola e diritta come un raggio di luce, è la via del [[verità|vero]]: infinite e contrarie son quelle che uscendone menano al falso. (da ''Della ricreazione del savio'')▼
===Citazioni===
▲==[[Incipit]] di alcune opere==
▲*Le [[verità]] più utili a sapersi, sono ancora le più facili ad intendersi.<ref
===''Dell'uomo di lettere difeso e emendato''===▼
▲*Una sola e diritta come un raggio di luce, è la via del [[verità|vero]]: infinite e contrarie son quelle che uscendone menano al falso.<ref
Disavventura, per non dire, come altri, destino dell'infelice Virtù, provato e pianto in ogni tempo, è, che ella non truovi in questo gran Teatro del Mondo luogo pari al suo merito, e nicchia degna della sua statua. Già tramontarono que' Secoli d'oro, quando le corone reali si mettevano all'incanto, e si pesavano le teste di chi vi pretendeva: quando le fasce de' diademi reali servivano non a legare, come in molti avvenne, il cervello de' pazzi, ma ad onorare il merito e coronare il senno de' Savj. Le mura, le fondamenta, le vestigie di quel famoso tempio dell'Onore, in cui s'entrava solo per la porta del Merito, sono oggi sì distrutte e sepolte, che non n'è rimaso né la memoria dov'egli fosse, né la speranza di rivederlo risorto dallo scempio delle presenti rovine alla gloria delle passate grandezze.▼
▲===''La ricreazione del savio in discorso con la natura e con Dio''===
▲Disavventura, per non dire, come altri, destino dell'infelice Virtù, provato e pianto in ogni tempo, è, che ella non truovi in questo gran Teatro del Mondo luogo pari al suo merito, e nicchia degna della sua statua. Già tramontarono que' Secoli d'oro, quando le corone reali si mettevano all'incanto, e si pesavano le teste di chi vi pretendeva: quando le fasce de' diademi reali servivano non a legare, come in molti avvenne, il cervello de' pazzi, ma ad onorare il merito e coronare il senno de' Savj. Le mura, le fondamenta, le vestigie di quel famoso tempio dell'Onore, in cui s'entrava solo per la porta del Merito, sono oggi sì distrutte e sepolte, che non n'è rimaso né la memoria dov'egli fosse, né la speranza di rivederlo risorto dallo scempio delle presenti rovine alla gloria delle passate grandezze.
▲Il mare Atlantico, tempestato da' venti, che sopra lui le implacabili loro inimicitie disfogano, avvenutosi nello stretto di Gibilterra, colà ove l'Africa, e l'Europa s'affrontano, quivi entro si caccia, ''Eliso fluctu irrumpens'' (dice il Filosofo) ''ut dicere eum possis, in porto se recipere''; e quanto puo, allargandosi, viene a far questo nostro Mediterraneo, in cui, per la strettezza de' liti, e per le tante isole che l'interrompono, i venti hanno al piu uno steccato in cui azzuffarsi a duello, non come colà nell'oceano, una campagna aperta dove accamparsi, e far battaglia.
==Citazioni su Daniello Bartoli==
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