Vincenzo Consolo: differenze tra le versioni

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*L'uomo rimasto prigioniero dentro la giara è una delle trovate sceniche, visive e gestuali, più felici del teatro [[Luigi Pirandello|pirandelliano]]. Saracena è la [[giara (contenitore)|giara]] – ''giarrat'' – e saraceno quel conciabrocche dentro, ladro (involontario) della roba altrui, su cui volentieri don Lollò, nella sua furia, butterebbe dell'olio bollente. (da ''L'ulivo e la giara'', p. 161)
*Amava il disegno, [[Leonardo Sciascia|Sciascia]], le ''gravures'', acqueforti e [[puntasecca|puntesecche]], che, con il loro segno nero si potevano accostare alla scrittura, erano anzi per lui un'altra affascinante forma di scrittura, simile allo scrivere che è "imprevedibile quanto il vivere". (da ''Le epigrafi'', p. 201)
*Sì, su un piano di squisita, stilizzata grazia, tra una pausa e l'altra dello spettacolo, dietro il sipario, o nella [[Tommaso Campanella|campanelliana]] stasi metafisica d'un museo che sia soltanto luogo d'esposizione di sagome disarticolate i [[Opera dei Pupi|pupi]] possono presentarsi. Ma al di qua di quel piano, in un teatro o in un museo che sia d'esposizione e di spettacolo, com'è quello di Palermo, i pupi rientrano nel loro piano naturale di parola e movimento, di gesta eroiche e spaccone. Grazie al puparo, a quel dio invisibile che muove aste, fili e destini, modula voci, imprime cadenze e cesure, decreta vittorie sconfitte, dà vita e morte: svolge l'epopea continua, il nastro dei sogni, la popolare poesia di luccichii e frastuoni. (pp. 2141241-242)
*Un altro grande spagnolo si imbatte in personaggi, in eventi siciliani: [[Lope de Vega]]. Scrive la ''Comedia famosa del santo negro Rosambuco de la ciudad de Palermo''. Il santo negro, "más prodigioso", era il fraticello laico, figlio di uno schiavo moro, [[Benedetto il Moro|Benedetto Manasseri]]. Era stato "inventato" dai francescani a favore dei mori battezzati, in opposizione al potere dei "bianchi" inquisitori domenicani e all'orgoglio, al riscatto dei "cristiani vecchi", sui quali avrebbe ironizzato [[Cervantes]] nel ''Retablo de las maravillas'' e nel ''[[Don Chisciotte|Quijote]]''. San Benito diverrà popolare tra i mori e i poveri d'America, rimbalzerà, per le prodigiose vie della letteratura, da Lope de Vega a [[Borges]]: darà nome a quel quartiere Palermo o San Benito de Palermo di Buenos Aires, la Palermo "di coltelli e di chitarre", il quartiere di Evaristo Carriego. (da ''La retta e la spirale'', p. 259)