Odissea: differenze tra le versioni

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*''Giunti al divino mare, il negro legno | Prima varammo, albero ergemmo, e vele, | E prendemmo le vittime, e nel cavo | Legno le introducemmo: indi con molto | Terrore, e pianto, v'entravam noi stessi.'' (Odisseo alla corte dei Feaci: 1961, vv. 1-5)
*Ma quando, nella tua casa, avrai ucciso i pretendenti, con l'inganno o affrontandoli con le armi taglienti, prendi allora il remo e rimettiti in viaggio fino a che giungerai presso genti che non conoscono il mare, da uomini che non mangiano cibi conditi col sale, che non conoscono navi dalle prore dipinte di rosso, né gli agili remi che sono ali alle navi. Ti indicherò un chiaro segno, che non potrà sfuggirti: quando un altro viandante, incontrandoti, ti dirà che sulla spalla porti un ventilabro, pianta allora in terra il tuo agile remo, offri al dio Poseidone sacrifici perfetti – un montone, un toro, un verro che monta le scrofe – e fa ritorno a casa: qui offri sacre ecatombi agli dei immortali che possiedono il cielo infinito, a tutti, senza escludere alcuno. La [[morte]] verrà per te lontano dal mare, ti coglierà nella vecchiaia ricca di beni, e sarà dolce. Avrai, intorno a te, un popolo felice. Questa è la verità che ti dico. (Tiresia a Odisseo, nel racconto di Odisseo alla corte dei Feaci: 2000, pp. 166-167)
*''Perciò troppo benigno non sii neppur tu con tua [[moglie]], | né confidarle tutto, qualunque discorso tu sappia; | bensí dille una cosa, ma lasciane un'altra nascosta.'' (Alcinoo a Ulisse: 1926, vol. I, [[s:Pagina:Omero - L%27Odissea (Romagnoli) I.djvu/281|p. 218]])
*{{NDR|Achille}} «''Non lodarmi la [[morte]], splendido Odisseo. | Vorrei esser bifolco, servire un padrone, | un diseredato, che non avesse ricchezza, | piuttosto che dominare su tutte l'ombre consunte...»'' (Achille a Ulisse: 1989, vv. 488-91; 1989)
**''O divino Odisseo, non abbellirmi la [[morte]]. Sappi che piuttosto che il re dei morti preferirei essere l'ultimo servo dei vivi''. (Achille a Odisseo, nel racconto di Odisseo alla corte dei Feaci<ref>Citato in [[Luciano De Crescenzo]], ''I pensieri di Bellavista'', Mondadori, 2005, [http://books.google.it/books?id=A_p0lGvEhH0C&pg=PA191#v=onepage&q&f=false p. 191]. ISBN 88-04-53961-5. Nella traduzione di Pindemonte la corrispondenza è coi versi 613-617.</ref>)
*''Costei ''{{NDR|Clitennestra}}'', che tutta del peccar sa l'arte | Sé ricoprì d'infamia, e quante al mondo | Verranno, e le più oneste anco, ne asperse.'' (Agamennone a Odisseo, nel racconto di Odisseo alla corte dei Feaci: 1961, vv. 549-551)
*O divino Odisseo, non abbellirmi la [[morte]]. Sappi che piuttosto che il re dei morti preferirei essere l'ultimo servo dei vivi. (Achille a Odisseo, nel racconto di Odisseo alla corte dei Feaci<ref>Citato in [[Luciano De Crescenzo]], ''I pensieri di Bellavista'', Mondadori, 2005, [http://books.google.it/books?id=A_p0lGvEhH0C&pg=PA191#v=onepage&q&f=false p. 191]. ISBN 88-04-53961-5. Nella traduzione di Pindemonte la corrispondenza è coi versi 613-617.</ref>)
*''Fuori dall'Erebo si affollano le anime travolte da morte: | giovani donne e ragazzi con vecchi che | molto soffrirono;anche fanciulle tenere con fresco dolore nell'anima; | molti feriti dalle aste con la punta di bronzo; | guerrieri uccisi in lotta con armi intrise di sangue. | Molti, spingendosi tra loro, intorno alla buca | gridavano orribilmente ghiacciandomi di orrore. | Quindi spinsi subito i compagni ed ordinai di scannare le bestie con il bronzo spietato | scuoiandole per arderle supplicando gli dèi: l'invincibile Ade e la terribile Persefone. | Intanto io sfoderavo la spada affilata dall'anca | e sedendo non lasciavo avvicinare al sangue, | prima d'interrogare Tiresia, i teschi esangui dei morti.'' (Odisseo agli inferi: 2014)