Neri Pozza: differenze tra le versioni

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*''Salutate, compagni, un impiccato anni diciotto. || La forca nella nebbia del cortile e guardie nere, | anni diciotto penderanno da una trave | come un vecchio abito. || Che storia, che storia! Ardeva la casa | e cucinava il grano nei solai, | dalla cantina il vino mandava fiamme d'alcol | al cielo carico di anelli e di collane. || Mia madre, mio padre ostaggi fucilati | sull'aia deserta di cristiani. | Ecco la storia, domani non la falsificate | con bandiere e cerimonie, vani discorsi. || riunitici piuttosto sotto l'olmo, | lasciateci tranquilli riposare.'' (''Epigrafe sul muro della cella'', p. 35)
*''Questo il mio sbaglio: averti creduta | una belva divertente e festosa | e amare i tuoi occhi mori, | la figura gentile abbagliante di grazie, | i capelli dove misi | avide le mani. || I boschi di Lusiana ci videro beati | e fin le nuvole udirono | sopra il brusio del vento le nostre grida. || Così non ti lessi mai negli occhi mori | d'animale capriccioso e bugiardo. || Sicuro; non era giusto che tu fossi | mia soltanto, che a me solo | donassi le tue grazie. Va', vivi | e sii felice d'altri inganni.'' (''Io non ti lessi mai negli occhi mori'', p. 132)
 
==Bibliografia==