Giuseppe Tomasi di Lampedusa: differenze tra le versioni

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*Don Fabrizio sentí spetrarsi il suo cuore: il suo disgusto cedeva il posto alla compassione per tutti questi effimeri esseri che cercavano di godere dell'esiguo raggio di luce accordato loro fra le due tenebre, prima della culla, dopo gli ultimi strattoni. Come era possibile infierire contro chi, se ne è sicuri, dovrà morire? [...] Non era lecito odiare altro che l'[[eternità]]. (pp. 265-266)
*Il suono argentino e festoso si arrampicava sulle scale, irrompeva nel corridoio, si fece acuto quando la porta si aprì: preceduto dal direttore dell'albergo, svizzerotto irritatissimo di avere un moribondo nel proprio esercizio, padre Balsàmo, il parroco, entro recando sotto la [[pisside|písside]] il Santissimo custodito dall'astuccio di pelle. (p. 293)
*Nella strada di sotto, fra l'albergo e il mare, un [[organo a rullo|organetto]] si fermò, e suonava nell'avida speranza di commuovere i forestieri che in quella stagione non c'erano. Macinava ''Tu che a Dio spiegasti l'ala''. Quel che rimaneva di don Fabrizio pensò a quanto fiele venisse in quel momento mescolato a tante agonie, in Italia, da queste musiche meccaniche. Tancredi col suo intuito corse al balcone, buttò giù una moneta, fece segno di tacere. Il silenzio fuori si richiuse, il fragore dentro si ingigantì. (p. 295)
 
===[[Explicit]]===