Miguel de Cervantes: differenze tra le versioni
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==Citazioni di Miguel de Cervantes==
*[[Amore]] e [[desiderio]] sono due cose distinte: non tutto ciò che si ama si desidera, né tutto ciò che si desidera si ama.
:''Amor y deseo son dos cosas diferentes; que no todo lo que se ama se desea, ni todo lo que se desea se ama''.<ref>Da ''[https://books.google.es/books?id=KA3XCgAAQBAJ&pg=
*Da un'altra nube sbucò il gran [[Félix Lope de Vega|Lope]]<br>poeta insigne che, in versi e in prosa,<br>nessuno supera e nemmeno uguaglia.<ref>Da ''Viaggio in Parnaso''. Citato in José López Rubio, ''Lope de Vega'', traduzione di Gianni Buttafava, Mondadori, 1973.</ref>
*Dio benedica chi ha inventato il [[sonno]], mantello che avvolge i pensieri di tutti gli uomini, cibo che soddisfa ogni fame, peso che equilibra le bilance e accomuna il mandriano al re, lo stolto al saggio.<ref>Citato in ''Selezione dal Reader's Digest'', giugno 1973</ref>
*L'uomo è di fuoco, la donna di stoppa, il diavolo arriva e soffia.<ref name=novelle>Da ''Novelle esemplari''</ref>{{C|Edizione di riferimento?}}
*Le [[Ingiuria|ingiurie]] sono sempre grandi ragioni per coloro che non ne hanno.<ref name=Gar>Citato in
*Sii tardo di lingua e lesto d'occhio.
:''Sé lento con la lengua y rápido con el ojo''.<ref>Citato in Pedro Salinas, ''Mateo Diez'', Editorial J. Campodónico, 2002, p. 30. ISBN 9789972729416</ref>
*'''Brigida''': [...] Solo l'altro giorno ho trovato per via un poeta, che di buonissima volontà e con molta cortesia mi regalò un sonetto sulla storia di Piramo e Tisbe, e me ne promise altri trecento in mia lode.<br>'''Cristina''': Meglio sarebbe stato per te incontrare un [[Genova|genovese]] che ti regalasse trecento reali.<br>'''Brigida''': Già, i genovesi sono in tale abbondanza e tanto facili da attirare, come falchi allo zimbello! Adesso poi, che sono tutti abbacchiati e mosci per il decreto!<br>'''Cristina''': Senti, Brigida, di una cosa ti dico che devi esser certa: che vale di più un genovese fallito che quattro poeti interi.<ref>Da ''Il falso Biscaglino'', in ''Farse spagnole del Secolo d'oro'', traduzione di Cesco Vian, Istituto Geografico de Agostini, Novara, 1965, p. 146</ref>
*Trenta [[frate|monaci]] e il loro abate non possono far ragliare un [[asino]] contro la sua volontà.<ref name=novelle/>{{C|Edizione di riferimento?}}
*{{NDR|[[Napoli]]}} Gloria d'Italia e ancor del mondo lustro, madre di nobiltade e di abbondanza, benigna nella pace e dura in guerra.<ref>Citato in [[Renato de Falco]], ''[http://www.tecalibri.info/D/DEFALCO-R_parlar.htm#p005 Del parlar napoletano]'', p. 85, Colonnese, Napoli, 2007 [1997]. ISBN 978-88-87501-77-3</ref>
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